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CRONACA | 19 giugno 2025, 14:10

Aggredito da un pitbull senza museruola: Charlie, cagnolino da compagnia, muore dopo settimane di agonia

Una tranquilla passeggiata si è trasformata in un incubo: a farne le spese un piccolo cane sbranato da un pitbull. La proprietaria denuncia l’inerzia delle autorità. Il caso riapre il dibattito su responsabilità, sicurezza e diritti degli animali

Charlie vittima della violenza di un pitbul e dell'incapaci del proprietaro di gestirlo

Charlie vittima della violenza di un pitbul e dell'incapaci del proprietaro di gestirlo

Non ce l’ha fatta il piccolo cane da compagnia aggredito da un pitbull il 31 maggio scorso. Dopo settimane di terapie intensive, interventi chirurgici e trasferte dolorose tra Aosta e Torino, il cagnolino è spirato, lasciando la sua padrona con un vuoto incancellabile e una domanda che brucia: chi paga per tutto questo?

Quel pomeriggio, la signora passeggiava tranquillamente con il suo cagnolino al guinzaglio quando si è trovata di fronte un pitbull anch’esso al guinzaglio, ma evidentemente troppo potente per essere controllato dal proprietario. In un attimo, l’animale ha trascinato il padrone e si è avventato su Charlie, azzannandolo con una violenza inaudita. Una scena drammatica che nessuno dovrebbe vivere.

Il piccolo cane, ferito in modo gravissimo, è stato soccorso e affidato a un veterinario di Aosta, poi trasferito in una clinica torinese. Ma non è bastato: dopo interventi costosi e settimane di agonia, è morto. Un dolore immenso per la sua padrona, aggravato da una seconda ferita: l’indifferenza istituzionale.

Mi sono recata in Questura per segnalare l’accaduto, ma mi hanno risposto che si occupano solo di liti tra persone, non tra animali”, racconta. Una risposta sconcertante, che ignora totalmente il quadro normativo.

Perché in Italia, la responsabilità civile del proprietario di un animale è oggettiva: lo dice l’articolo 2052 del Codice Civile. Non serve provare colpa o negligenza: è sufficiente il fatto che l’animale, anche al guinzaglio, abbia provocato un danno. E nel caso di cani potenzialmente pericolosi come i pitbull, la giurisprudenza e le ordinanze ministeriali raccomandano massima cautela, compreso l’obbligo di portare con sé una museruola.

Foto di repertorio

Il Codice Penale, poi, prevede all’art. 672 sanzioni per chi non custodisce adeguatamente il proprio animale o lo lascia libero di nuocere. Inoltre, in caso di lesioni gravi o morte di un altro animale, il proprietario può incorrere anche in responsabilità penale e risarcitoria.

Oltre alla denuncia-querela in Questura (che può essere rifiutata solo per motivi formali, non certo per disinteresse), è possibile presentare un esposto all’ASL veterinaria o segnalare il fatto al Comune, chiedendo provvedimenti amministrativi nei confronti del proprietario inadempiente.

Eppure, niente di tutto questo è stato indicato alla signora. Lasciata sola, senza strumenti, a gestire un lutto e un senso d’ingiustizia profondi.

Una storia che fa tornare alla mente l’assurdo caso del gatto sottoposto a TAC all’ospedale regionale: lì si è fatto (forse) troppo per un animale; qui, invece, troppo poco per chi ha subito un danno reale e irreparabile.

Cosa resta? Un cagnolino che non c’è più, una donna che cerca giustizia, e un sistema che fa acqua da tutte le parti. Con una certezza amara: non è stato solo un pitbull a mordere quel giorno. È stata anche l’indifferenza e l'incapacità di chi non è all'altezza di gestire gli amimali di grossa taglia.

red

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