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CRONACA | 22 giugno 2025, 10:02

Donne in bici, libertà a pedali: il corso è un successo

Cinque neo-cicliste sulle strade di Aosta grazie a un progetto inclusivo. Fiab VdA protagonista con Dodaro: “La mobilità sostenibile è anche giustizia sociale”

le corsiste

le corsiste

Cinque donne, cinque storie diverse, una conquista comune: imparare ad andare in bicicletta. Si è concluso lunedì scorso con successo il primo corso “Donne in Bici”, organizzato da FIAB Aosta à Vélo in collaborazione con la coprogettazione Sentirsi a Casa del Comune di Aosta. Una piccola-grande rivoluzione a due ruote, rivolta a chi non aveva mai pedalato o non lo faceva dall’infanzia.

Tre partecipanti con background migratorio e due italiane hanno seguito le lezioni con coraggio e determinazione. Un risultato che parla da sé: “Vederle pedalare da sole, dopo solo quattro incontri, è stata un’emozione fortissima”, ha raccontato Sarah Burgay, ideatrice del progetto e componente del direttivo FIAB. “Per alcune di loro la bici non è solo un mezzo: è autonomia, emancipazione, libertà.”

Un successo possibile grazie al lavoro di squadra: le bici sono state prestate dall’associazione Aosta Iacta Est, rimesse in sesto dai volontari FIAB, mentre l’insegnamento è stato affidato alla competenza e alla sensibilità delle maestre del Veloclub Courmayeur Mont-Blanc, affiancate da altre volontarie. “Insegnare a un pubblico adulto non sportivo ci ha ricordato quanto la bici possa essere strumento di integrazione, oltre che sportivo. Un’esperienza umana incredibile”, hanno commentato Elisa, Nicole, Sonia e Tiziana, le insegnanti.

Il presidente della FIAB valdostana, Natale Dodaro (nella foto), rivendica il significato profondo di questa iniziativa: “La mobilità sostenibile non è solo un tema ambientale. È una questione di accessibilità, diritti e giustizia sociale. Dobbiamo creare le condizioni affinché tutte e tutti possano muoversi liberamente e in sicurezza. Questo corso è un tassello concreto in quella direzione.”

Il progetto, ispirato a esperienze analoghe in città come Cagliari e Monza, ha dimostrato che pochi tentativi, se ben guidati, bastano per superare la paura e imparare. Ora l’appello di FIAB è chiaro: chiunque abbia una bicicletta da donna inutilizzata e in buono stato può donarla alle corsiste tramite la Coop Enaip (0165.5239405 – tizianagagliardi@enaipvda@gmail.com). “Per continuare a pedalare verso l’autonomia serve una spinta in più, anche materiale”, sottolinea Burgay.

Una bella pagina di inclusione e mobilità dolce, in una città dove – anche grazie all’impegno crescente di FIAB – la bicicletta comincia a guadagnare il posto che merita.

Comme quoi, même dans une ville où la voiture règne encore en maître, quelques coups de pédale peuvent ouvrir des chemins d’autonomie, d’inclusion et de liberté. Il suffit parfois d’un guidon, d’un sourire et d’un peu de volonté pour faire avancer toute une société.

pi.mi.

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