TEORIA GENDER
approccio scientifico al di sopra delle ideologie. A tutela di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi.
Relatrice della serata sarà la dott.ssa Annarita Iannetti , medico chirurgo esperta in salutogenesi ed Educazione della Salute- Master in Medicina Biointegrata - Master PNEI e della Cura Integrata- Master in Ottimizzazione Neuropsicofisica e CRM terapia.
Di fronte a provvedimenti dirigenziali dell’ Assessorato Beni e Attività culturali del Dipartimento Sovraintendenza agli Studi della Valle d’Aosta , volti alla realizzazione di attività di formazione relative al tema della “ carriera alias “ ritenuta dagli “ addetti ai lavori” uno strumento semplice e prezioso per consentire l’ inclusione degli alunni in transizione di genere, ci è sorto un dubbio : sanno cos’è la carriera alias?
La teoria gender non è educazione sessuale; non è parità di genere tra uomo e donna; non è omosessualità.
La teoria gender, con il suo carico devastante di irrazionalità, è l’ idea per cui uno è uomo o donna , maschio o femmina non in base a come strutturato anatomicamente ,biologicamente sessualmente, ma in base a ciò che si sente di essere al momento ed è una condizione che può variare nel tempo : si chiama gender fluid.
Ciò che della “carriera alias” viene presentato nelle scuole è redatto dalla Rete Lenford, associazione di legali per i diritti LGBTQ. Vi si prevede che lo studente “disforico”, attraverso una semplice domanda rivolta al dirigente scolastico – una sorta di autocertificazione – possa acquisire, «senza esibire alcun tipo di documentazione né medica, né psicologica», il diritto a essere chiamato da tutti, solo all’interno della struttura scolastica, con un nome diverso da quello attribuito alla nascita e non corrispondente al sesso di appartenenza, nonché di vedersi riconosciuta da tutti, sempre all’interno della struttura scolastica, l’identità parallela prescelta. Se ha compiuto i quattordici anni, il tutto potrà avvenire all’insaputa dei genitori; solo per gli infraquattordicenni è prevista comunicazione (a cose fatte) alla famiglia. In sostanza, Paolo potrà pretendere che tutti a scuola lo considerino Daniela, semplicemente avvisando il dirigente di percepirsi femmina; così come Sara, sentendosi maschio, potrà diventare per tutti Luca. L’identità elettiva conferirà il diritto di utilizzare i servizi igienici e gli spogliatoi riservati al genere prescelto. Ma attenzione varrà soltanto entro il perimetro della scuola, perché all’esterno Paolo tornerà Paolo e Sara tornerà Sara, come vuole l’anagrafe.
Siamo dunque di fronte ad un’assurdità mascherata e veicolata da un linguaggio strumentale.
La sociologa americana Marguerite A. Peeters, una delle prime studiose dell’argomento gender, afferma che «il gender procede mascherato per colpire al cuore. Porta la maschera dell’“uguaglianza”, della “parità”, dell’“equità”, della “libertà di scelta”, dei “diritti”, della “dignità umana”, del “progresso”, dell’“autonomia”, dell’“emancipazione” o “promozione” della donna, della “compassione”, della “lotta contro le violenze”, della “non discriminazione” e di altri concetti altruisti, umanistici o umanitari dai quali molti si lasciano sedurre». Cfr. Marguerite A. Peeters, Il gender. Una questione politica e culturale, San Paolo Edizioni, Milano, 2014 .
Ci auguriamo che le Autorità Regionali, le forze politiche , gli istituti scolastici e chi li rappresenta, nel momento in cui decideranno di introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado iniziative a favore della “carriera alias”, abbiano adeguata consapevolezza delle precise e pesanti responsabilità a cui si espongono.
Rivolgiamo infine un appello ai genitori che ancora rivendicano il loro ruolo educativo, riconosciuto dalla legge e dalla Costituzione Italiana: abbiate opportuna conoscenza della matrice storico- politica e degli obiettivi dichiarati dell'ideologia gender ; prendete posizione affinché l’ intimità e la sensibilità dei vostri figli, soggetti in via di formazione restino in uno spazio inviolabile; vigilate affinché le Istituzioni Scolastiche non abusino del loro ruolo formativo; garantite loro una crescita serena e rispettosa dei naturali tempi di sviluppo psicofisico e di maturazione identitaria perché la scuola non sia veicolo di propaganda di ideologie destabilizzanti ! Come se l’ identità sessuata dipendesse dall’ autodeterminazione!
Non lasciamo che iniziative del genere avvengano nella remissività generale.