L'efficacia del Trimestre Antinflazione, lanciato il 1° ottobre e promosso dal governo insieme alla Grande distribuzione e ai produttori per abbassare i costi su un paniere di beni di consumo, è stata analizzata con attenzione da Altroconsumo. Un esame dettagliato condotto su 125 tipologie di prodotto in 15 punti vendita distribuiti tra Milano e Roma ha rivelato alcune criticità nella reale convenienza dell'iniziativa.
Quest'analisi meticolosa ha svelato un quadro non così roseo come ci si aspettava. Sebbene il Trimestre Antinflazione avesse l'intento di offrire risparmi tangibili ai cittadini, i risultati mostrano un'immagine contrastante.
Dalla comparazione dei prezzi e delle offerte presenti nei supermercati, ipermercati e discount, è emerso che solo il 24% delle categorie di prodotto beneficia di sconti effettivi, escludendo elementi basilari come l'olio d'oliva, l'acqua e i prodotti freschi come carne e verdura.
Inoltre, sebbene i prodotti inclusi nel carrello tricolore, spesso della marca del distributore, abbiano registrato un calo dei prezzi rispetto ai mesi precedenti, il 78% delle volte non risultano essere i più convenienti sugli scaffali.
Le catene coinvolte nell'indagine sono state Conad, Eurospin, Esselunga, Il Gigante, Lidl, Panorama, Penny Market, Supercoop/Ipercoop. L'analisi ha incluso tutti i prodotti presenti in scaffale, dalle categorie alimentari a quelle per la cura della casa e della persona, sino al cibo per animali.
Tuttavia, mentre si attendevano significativi risparmi, la realtà mostra che il numero di offerte tradizionali è diminuito del 36% in media. Le promozioni legate alla carta fedeltà sono calate del 34%, quelle dei prezzi bassi sempre del 60%, e le promozioni a tempo sono diminuite del 16%.
I dati confrontati tra maggio-giugno e ottobre indicano un incremento del 11% delle offerte complessive, ma il carrello tricolore, seppur presentasse 666 prodotti, ha portato a un aumento di soli 209 prodotti in promozione rispetto al periodo precedente.
L'effettiva convenienza del carrello tricolore è stata messa in discussione: solo il 22% dei prodotti inclusi risultava essere il meno costoso della categoria, mentre per il restante 78% delle volte è stato possibile trovare alternative più convenienti sugli scaffali.
Sebbene alcuni supermercati e discount abbiano registrato una diminuzione dei prezzi dei prodotti inclusi nel carrello tricolore, negli ipermercati si è verificato un aumento del 2%. In generale, i prezzi di tutti i prodotti rilevati sugli scaffali (scontati e non) sono aumentati rispetto al periodo maggio-giugno: del 4% e del 5% rispettivamente nei supermercati e negli ipermercati, e dell'1% nei discount.
Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo, ha affermato: "Nonostante le intenzioni del Governo, i dati raccolti mostrano una limitata convenienza per le famiglie italiane. L'abbassamento dei prezzi riguarda solo una piccola parte dei prodotti inseriti nel carrello tricolore, senza aggiungersi alle promozioni già esistenti. È insufficiente per sostenere le spese delle famiglie e non ha effetti significativi sull'inflazione generale, contrariamente a quanto dichiarato dal Ministro Urso."
Altroconsumo continuerà a monitorare attentamente la situazione durante l'intero trimestre per valutare l'efficacia reale di questa iniziativa per le famiglie italiane.