Le istituzioni lo lanciano con un nome altisonante: “patto a tutela del potere d’acquisto dei cittadini”. Più prosaicamente, il patto anti-inflazione firmato ieri prevede una paniere di prodotti alimentari, di base e di largo consumo a prezzi ribassati o calmierati, fissi o con promozioni (ma senza un elenco dettagliato) per il trimestre che va da ottobre a dicembre.
Ci saranno un apposito bollino, il carrello tricolore, una sorta di imprimatur governativo, e una campagna di comunicazione volta a promuovere l’iniziativa. Ma dalle associazioni dei consumatori non mancano le critiche nei confronti di un’operazione che sa molto di marketing.
“Il patto anti-inflazione – scrive il Ministero delle imprese e del Made in Italy – ha l’obiettivo di ridurre il tasso di inflazione che oggi grava sul carrello della spesa: dal primo ottobre al 31 dicembre, i punti vendita aderenti presenti sul territorio nazionale proporranno a prezzi calmierati una vasta gamma di prodotti di prima necessità, alimentari e non, per l’infanzia e di largo consumo – che saranno determinati dalle aziende e dalle catene distributive – con l’impegno a contenere e non aumentarne i prezzi nel periodo di riferimento. Un vero e proprio “paniere tricolore” che verrà messo a disposizione dei consumatori, nel rispetto della libertà d’impresa e delle diverse strategie di mercato, attraverso iniziative come prezzi fissi, promozioni, prodotti a marchio del distributore, carrelli a prezzo scontato o unico”.
L’iniziativa si potrà dunque svolgere attraverso prezzi fissi, promozioni, iniziative sui prodotti a marchio dei distributori e carrelli a prezzo scontato o unico. L’operazione riguarda i beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, quelli del “carrello della spesa”, i prodotti per l’infanzia e la cura della persona.
Attenzione però: non esiste un elenco dettagliato dei prodotti oggetto dell’iniziativa. Ogni operatore potrà scegliere liberamente gli articoli che saranno oggetto di promozioni anti-inflazione, purché siano beni di prima necessità, del carrello della spesa, prodotti per l’infanzia e cura persona.
Assoutenti: risparmi potenziali da 4 miliardi di euro ma troppe incognite
Per Assoutenti la firma dell’accordo è una “buona notizia” ma bisognerà valutare i risultati sul campo.
«Il paniere anti-inflazione, in base alle stime di Assoutenti, potrebbe avere una potenzialità di risparmio per le famiglie pari a circa 4 miliardi di euro nel trimestre di applicazione, ma è evidente che esistono ancora troppe incognite sull’accordo, dal ruolo dell’industria alla scontistica, passando per la composizione stessa del paniere», afferma il presidente Furio Truzzi.
Il prossimo 4 ottobre ci sarà un incontro nel quale l’associazione chiederà di monitorare l’andamento del paniere. «Nello specifico dell’accordo salva-spesa, vogliamo verificare la reale entità degli sconti praticati ai consumatori, le adesioni sul campo da parte di commercio e distribuzione e i vantaggi concreti per le famiglie», conclude Truzzi.
Codacons: rischio flop
Decisamente critico l’approccio di altre associazioni. Per il Codacons ad esempio “il patto anti-inflazione del Governo rischia di essere un flop e di non apportare reali benefici alle famiglie italiane”.
Spiega l’associazione: “a pochi giorni dall’avvio del paniere nessuno sa quali prodotti saranno inseriti al suo interno e soprattutto l’entità degli sconti. I consumatori sono stati tenuti del tutto fuori dal patto, e nulla si dice circa i controlli sul rispetto dell’accordo che la logica vorrebbe fossero attribuiti alle associazioni dei consumatori. L’industria, poi, non ha preso alcun impegno concreto, limitandosi alla promessa di rivolgere un invito generico ai propri associati affinché aderiscano al paniere, scegliendo però in totale autonomia i prodotti da scontare e l’entità dei ribassi”.
Federconsumatori: più spot pubblicitario che misura di aiuto alle famiglie
Insomma, molto marketing e operazione di facciata. La firma del patto anti-inflazione “ha suggellato, di fatto, un’alleanza tra Governo e imprese che si configura più come uno spot pubblicitario che come una reale misura di aiuto alle famiglie”, afferma a sua volta Federconsumatori.
«Di fronte a prezzi che sono più che raddoppiati rispetto a un anno fa, il Governo, senza neppure consultare le Associazioni dei Consumatori, pensa di risolvere le difficoltà delle famiglie e rilanciare la domanda interna affidando alle imprese della distribuzione, del commercio e dell’industria la facoltà di scegliere, a loro piacimento e con criteri ancora non ben definiti, un paniere di beni sui quali queste ultime si devono almeno limitare a non praticare ulteriori aumenti dei prezzi, fino al 31 dicembre (non è chiaro, poi, chi dovrebbe controllare). In cambio, il Governo attribuirebbe loro, propagandisticamente, il bollino anti-inflazione – prosegue Federconsumatori – Operazione che sembra quasi un’ammissione di colpa, come a dire, con fare snob e un po’ sprezzante: “Abbiamo guadagnato talmente tanto finora con i rincari, che siamo talmente magnanimi da darvi tre mesi di respiro sui prodotti di prima necessità”».
Niente in contrario sul paniere a prezzi calmierati, “cosa che peraltro le catene della grande distribuzione già fanno autonomamente con le loro campagne promozionali”, spiega Federconsumatori, ma per l’associazione non è questa la soluzione alla crisi delle famiglie.