La classifica valuta le università in base a diversi criteri, tra cui la loro reputazione internazionale, la quantità e l'impatto della ricerca prodotta, le risorse dedicate all'insegnamento, l'internazionalizzazione e i risultati occupazionali. Inoltre, è importante notare che ben 106 università sono state inserite in questa classifica QS per la prima volta.
Il Regno Unito domina la classifica con 107 università presenti su un totale di 690 istituti classificati. Al secondo e terzo posto seguono la Turchia e la Germania, con 73 e 53 università rispettivamente. L'Italia si piazza al quarto posto con 51 università, una in più della Francia che ne ha 50.
Ben Sowter, vicepresidente di QS, sottolinea che sebbene il Regno Unito resti al vertice grazie all'importanza globale di Oxbridge (Oxford e Cambridge) e ai suoi influenti legami nel campo della ricerca, l'eccellenza accademica si diffonde in tutta Europa. Questo si riflette nell'attrazione di talenti internazionali, nella formazione di potenti alleanze di ricerca e nella qualità dei laureati, apprezzati dai datori di lavoro a livello globale.
Guardando alle prime cinque università europee, tutte si trovano nei paesi di lingua inglese. Dopo l'Università di Oxford, al secondo posto c'è l'ETH di Zurigo con un punteggio di 99.4 su 100. Dal terzo al quinto posto ci sono rispettivamente l'Università di Cambridge (98.7 punti), l'Imperial College di Londra (97.6) e l'UCL (97.5).
L’unica università italiana presente nelle prime 50 posizioni è il Politecnico di Milano che conquista la 47esima posizione. Posizionandosi, peraltro, tra le prime università in Europa e prima in Italia per Employer Reputation, un indicatore che valuta le opinioni dei datori di lavoro a livello globale, su come le università formano i laureati per il mondo del lavoro. Tra le prime cento università QS inserisce anche altri tre atenei italiani: la Sapienza (65°), l’Università di Bologna (78°) e l’Università di Padova (89°). Tra le prime escluse dalla top 100 invece ritroviamo il Politecnico di Torino (112°), e la Statale di Milano (114°).
Passando all'Università della Valle d'Aosta, si è distinta nella Classifica Censis delle Università italiane nell'edizione 2022/2023. L'UniVdA ha ottenuto il primo posto in ambito linguistico con il corso di laurea triennale in Lingue e comunicazione per l'impresa e il turismo, con un punteggio di 98/110. Questo risultato ha permesso all'ateneo valdostano di superare l'Università degli Studi Internazionali di Roma, che era stata in prima posizione l'anno precedente, e di mantenere il vantaggio su due università lombarde, l'IULM e l'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nella classifica generale degli atenei non statali di piccole dimensioni, cioè fino a 5.000 iscritti, l'Università della Valle d'Aosta si è posizionata all'ottavo posto. Il punteggio elevato nell'ambito dell'internazionalizzazione (91) ha consentito all'UniVdA di ottenere il secondo posto nella classifica, preceduta solo dall'Università Carlo Cattaneo - LIUC (98). Al terzo posto è apparsa la Libera Università di Bolzano (86). Altri parametri relativi a comunicazione e servizi digitali, servizi e strutture hanno subito lievi oscillazioni in aumento o in diminuzione.