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ATTUALITÀ POLITICA | 30 aprile 2023, 13:57

PRIMO MAGGIO IN VALLE D'AOSTA

Primo maggio, Festa dei lavoratori Patrizia Joris, Alessandro Francesco Neyroz e Luciano Rigazio i tre nuovi Maestri del Lavoro Presidente Testolin: “Lavoro rimane cardine della nostra società

PRIMO MAGGIO IN VALLE D'AOSTA

lA Presidenza della Regione comunica che sono tre i valdostani a cui è stata conferita la “Stella al Merito del Lavoro” per l’anno 2023, come da comunicazione pervenuta dal Consolato regionale Valle d’Aosta dei Maestri del Lavoro.

La Stella, in base alla Legge 143/1992, comporta il titolo di Maestro del Lavoro e viene concessa, ogni anno, ad un ristretto numero di lavoratori dipendenti che si sono particolarmente distinti per singolari meriti di perizia, laboriosità e di buona condotta morale.

I nuovi Maestri del Lavoro Valdostani sono:

- Patrizia Joris (Società C.V.A. SpA - Quadro);
- Alessandro Francesco Neyroz (Institut Agricole Régional - Insegnante in quiescenza);
- Luciano Rigazio (Institut Agricole Régional - Insegnante in quiescenza)

Di norma la cerimonia di consegna delle Insegne ai nuovi Maestri del Lavoro valdostani si svolge il 1° Maggio ed è organizzata dalla Presidenza della Regione, con la collaborazione del Consolato Regionale dei Maestri del Lavoro e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro della Valle d’Aosta.

Quest’anno, però, in occasione del centenario della celebrazione della “Stella al Merito del Lavoro”, istituita il 30 dicembre 1923 con Regio Decreto n. 3167, la cerimonia è in programma nella prima settimana di dicembre. La data esatta della cerimonia, che sarà in contemporanea con quella che si svolgerà solennemente a Roma, non è, al momento, ancora stata definita dal Quirinale.

Anche a fronte dei cambiamenti epocali di questi ultimi anni- dichiara il Presidente della Regione Renzo Testolin, in occasione della Festa dei Lavoratori - riteniamo che il lavoro rimanga uno dei cardini della nostra società; in questa direzione si muovono le nostre politiche formative, le nostre iniziative in ambito economico e sociale e i nostri investimenti. Vogliamo favorire nella nostra regione un rafforzamento delle opportunità lavorative nel segno dell’equità, dell’inclusione, dell’innovazione, della sostenibilità e della dignità dei soggetti coinvolti”.

“Quello che ci siamo assunti come Governo regionale e che oggi, in occasione della Festa dei lavoratori, ribadiamo e rafforziamo, - prosegue il Presidente della Regione - è un impegno forte e crescente che parte dall’attenzione prioritaria ai giovani, attraverso la scuola e la formazione, e che abbraccia tutto il mondo del lavoro, senza dimenticare i più fragili. Su questo grande progetto serve un patto che coinvolga tutti i protagonisti della società valdostana e in questa direzione la Giunta regionale sta lavorando”.

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Nata nel luglio 1889, la Festa verrà abolita dal fascismo nel 1923, per poi tornare all'indomani della Liberazione (nel 1945). “Se la celebrazione diviene ogni anno più grandiosa nel mondo - diceva Giuseppe Di Vittorio - è perché il suo significato esprime le aspirazioni più profonde e più vive dell'uomo"

Il Primo Maggio nasce nel luglio 1889. È il congresso della Seconda Internazionale riunitosi dal 14 al 20 luglio a Parigi a lanciare l’idea di una grande manifestazione che “sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare a effetto le altre risoluzioni del Congresso”.

La festa, ratificata ufficialmente a Bruxelles nell’agosto 1891 (II Congresso dell’Internazionale), è osservata e praticata già nel 1890 con manifestazioni a livello nazionale e locale. Un appuntamento al quale il movimento dei lavoratori si prepara con sempre minore improvvisazione e maggiore consapevolezza. È una festa che preoccupa i fascisti: Mussolini decide di abolirla nel 1923, preferendo un'autarchica Festa del lavoro italiano, da celebrare il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma.

Il tentativo di rieducare le classe lavoratrice al culto dei valori imperiali però fallisce. “Al di là delle adesioni formali, delle parate e delle cerimonie ufficiali, il regime non riesce a fare breccia nella coscienza delle masse operaie", scrive lo storico Giuseppe Sircana: "Il Primo maggio, soppresso, mantiene e anzi rafforza la sua carica 'sovversiva', divenendo occasione per esprimere in forme diverse - dal garofano rosso all’occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle bevute in osteria - la fedeltà a un’idea”.

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All’indomani della Liberazione, il Primo maggio 1945, giovani che non hanno memoria della Festa del lavoro e anziani si ritrovano, insieme, nelle piazze di tutta Italia. “Ho assistito in seguito, nel corso di più di dieci anni, a centinaia di manifestazioni delle quali Di Vittorio fu oratore ufficiale, ma quel Primo Maggio resterà tuttavia, per me, indimenticabile", racconta Anita Contini, seconda moglie di Giuseppe Di Vittorio: "Piazza del Popolo non fu mai così bella, mi sembra, come quella mattina di sole: lunghi cortei di lavoratori, le bandiere bianche, rosse e tricolori alte nel vento, giungevano da ogni quartiere della città, accompagnati dalle bande dei tranvieri e dei ferrovieri".

 

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