Gentile Direttore,
in merito al contestatissimo “DDL sicurezza”, trasformato poi furbescamente dal governo centrale in un “DL sicurezza” e convertito in legge, “esautorando” in modo ignobile il ruolo stesso del Parlamento a colpi di varie “tagliole”, “canguri” e di “voti di fiducia”, vorrei segnalare alcuni articoli ai seguenti link, i quali affrontano in modo imparziale ciò che sta accadendo alla nostra ormai ammalorata democrazia costituzionale:
Attenti: sul decreto sicurezza il Parlamento è stato esautorato
Legislazione del nemico: quando la pericolosità è percepita
Il decreto sicurezza rischia lo stop alla Consulta: fa nulla, sono norme usa e getta
E visto l’evidente ulteriore, graduale e repressivo metodo di legiferare dell’attuale governo centrale, è necessario comprendere finanche la differenza di alcuni neologismi, i quali, da qualche anno, vengono utilizzati per definire quelle forme di democrazie “azzoppate” – presenti persino in Europa. Parliamo di quei regimi politici illiberali ai quali vengono amputati solo alcuni “arti degli ordinamenti”, che tuttavia ledono una pluralità di diritti e libertà dei rispettivi cittadini.
Il risultato è l’ottenimento di regimi politici non totalitari, bensì democrazie illiberali: le cosiddette democrature. Al riguardo, segnalo questo articolo che affronta in modo chiaro il concetto:
Democratura, autocrazia elettorale, democrazia illiberale
Peraltro, il filosofo statunitense Noam Chomsky ha illustrato appropriatamente le proprie 10 regole del controllo sociale:
La strategia della distrazione
Creare problemi e poi offrire le soluzioni
La strategia della gradualità
La strategia del differire
Rivolgersi al pubblico come a bambini
Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Rafforzare l’auto-colpevolezza
Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Et donc, nous les Valdôtains, avons une histoire qui témoigne avec des faits concrets que nous ne sommes pas un peuple d’ignorants et de médiocres. Et ne nous laissons pas séduire par les différents charmeurs de serpents qui errent dans le Pays.
C’est donc l’importance de rappeler toujours ce qu’affirmait Emile Chanoux:
« Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux; ils sont faits pour éclairer le monde. En général, ce ne sont pas de grands peuples par le nombre; ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir. »
Ringrazio per il lavoro che svolgete ogni giorno, nell’informare in modo imparziale la nostra piccola comunità.
Cordiali saluti
(lettera firmata)
Gentile Lettore,
la sua riflessione è puntuale e densa di spunti. Le forzature istituzionali che lei denuncia interrogano anche noi giornalisti, chiamati a documentare e raccontare con lucidità le derive possibili di una democrazia che, a tratti, sembra sempre più svuotata di sostanza. I neologismi che lei cita – democratura (neologismo politico che combina le parole "democrazia" e "dittatura", utilizzato per descrivere un regime politico che formalmente mantiene le apparenze di una democrazia, ma che in realtà è autoritario), autocrazia elettorale (regime di certi Stati membri dell’UE nei quali le elezioni più o meno libere insediano governi “antidemocratici” di fatto, falsamente democratici), illiberalismo (neologismo per definire Paesi come l’Ungheria, la Polonia e la Turchia, in cui i governi mettono in dubbio non solo le regole democratiche ma i diritti fondamentali).– non sono più etichette astratte, ma rischiano di aderire a realtà che toccano da vicino anche la nostra autonomia valdostana.
E proprio da questa nostra storia, come lei ricorda citando Chanoux, emerge una responsabilità collettiva: non lasciarsi incantare, ma custodire e difendere ogni giorno quella fiammella di libertà e pluralismo che ci rende comunità viva e pensante.
Grazie per aver condiviso con tutti i lettori questo contributo critico e documentato. pi.mi.












