Il y a des moments où le temps politique ressemble à une traversée en altitude. On quitte une vallée connue, on avance sur une crête étroite, avec la consapevolezza che ogni passo conta. La conferenza stampa di fine anno, ospitata al Centre Saint-Bénin di Aosta, non è stata soltanto un rito istituzionale: è apparsa piuttosto come un punto di orientamento, una bussola posata sul tavolo per indicare la direzione della nuova legislatura.
«Il passaggio a un anno nuovo è sempre un momento di riflessione e un’occasione importante per la programmazione dei futuri progetti», ha ricordato Renzo Testolin, sottolineando come questa volta la soglia temporale coincida con l’avvio di una nuova fase politica. Un cambio di passo che impone al Governo regionale di «raccogliere le attese e i bisogni dei cittadini» e di tradurli in azioni coerenti con l’Autonomia speciale e con le nuove sfide europee.
Gouverner la Vallée d’Aoste, dans cette vision, n’est jamais un exercice mécanique. C’est un acte de garde et de projection. «Significa custodire un patrimonio prezioso di identità, di tradizioni e di valori, ma anche saperlo proiettare verso il futuro dei nostri giovani e delle nostre famiglie», ha affermato il Presidente. Comme un territoire de montagne, l’Autonomie ne se conserve pas en la laissant immobile: elle se maintient vivante en l’adaptant, en l’entretenant, en l’exerçant.
La métaphore de la charnière alpine revient avec force. La Vallée d’Aoste est petite par la taille, mais centrale par la fonction. «Dobbiamo mantenere sempre vivo il dialogo con le istituzioni dello Stato e con tutti gli attori economici e sociali del territorio», ha spiegato Testolin, rivendicando un ruolo attivo anche nei rapporti con le comunità limitrofe. In questo equilibrio, la lealtà istituzionale verso Roma non è subordinazione, ma condizione per rafforzare le prerogative statutarie.
«L’attuazione delle norme statutarie non è soltanto un atto formale», ha rimarcato il Presidente, «ma il modo più concreto per dare pieno compimento alle nostre prerogative di autogoverno». Une phrase qui résume une conception exigeante de l’Autonomie: non pas une bandiera identitaire da esibire, ma uno strumento operativo da far funzionare, ambito per ambito, competenza per competenza.
Dans ce cadre, le particularisme valdôtain est présenté comme une ouverture et non comme une fermeture. «La difesa del nostro particolarismo non significa chiusura», ha detto Testolin, «ma la volontà di valorizzare le nostre peculiarità in un contesto di cooperazione». La francophonie s’inscrit pleinement dans cette logique: elle est mémoire, pratique quotidienne et passerelle européenne. Elle fonde la Petite Patrie non come enclave, ma come spazio di relazione.
Lo sguardo rivolto al Trattato del Quirinale va esattamente in questa direzione. «Guardiamo con interesse e orgoglio alle opportunità offerte dal rafforzamento dei rapporti tra Italia e Francia», ha spiegato il Presidente, ricordando come la Valle d’Aosta sia naturalmente vocata a essere luogo di dialogo e mediazione. Le fait que des rencontres bilatérales soient prévues sur le territoire régional apparaît comme une reconnaissance politique de ce rôle historique.
La rotta tracciata dal Governo regionale resta tuttavia ancorata alla concretezza. Sicurezza del territorio, infrastrutture, sanità, servizi sociali, scuola, formazione, impresa, lavoro di qualità, ricerca e innovazione: «le priorità dell’azione amministrativa devono ritrovarsi nei bisogni quotidiani», ha ribadito Testolin. Une Vallée d’Aoste vivante, accessible et accueillante, où vivre en montagne ne signifie pas renoncer aux opportunités, mais disposer d’outils adaptés à un contexte unique.
«La sfida è duplice», ha osservato il Presidente, «garantire a chi già vive qui le condizioni per restarvi e rendere la regione attrattiva per chi desidera tornare». In particolare per i giovani, chiamati a riportare competenze, energie e visioni nuove. Comme dans une vallée qu’il faut empêcher de se vider, la politique régionale doit créer les conditions pour habiter, travailler et rester.
foto Paolo Rey
Soutenabilité et résilience deviennent alors les deux piliers de l’action future. «La transizione ecologica e quella digitale non sono più opzioni», ha chiarito Testolin, «ma percorsi inevitabili». Gouverner la soutenabilité, c’est tenir ensemble environnement, croissance économique et qualité de vie. La résilience, en revanche, renvoie à une valeur profondément enracinée dans la culture alpine: la capacité de résister, d’anticiper et de transformer les crises en occasions de renouveau.
Da qui l’impegno sugli investimenti per la sicurezza del territorio e sulla prevenzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici, così come la valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale, concepito come leva di sviluppo a favore dell’economia, del sociale e dell’associazionismo, anche attraverso fondi europei e cooperazione transfrontaliera.
Nel bilancio di fine anno non poteva mancare il riconoscimento a chi rende possibile, ogni giorno, il funzionamento della comunità valdostana. «Un pensiero riconoscente va a chi lavora nelle istituzioni, nei Comuni, nei servizi pubblici e nel mondo del volontariato», ha detto Testolin. Ce bénévolat, colonne vertébrale de la société valdôtaine, incarne une Autonomie vécue, solidaire, concrète.
En conclusion, le Président a résumé l’esprit de cette nouvelle étape politique: «Custodire l’Autonomia non come un privilegio, ma come un esempio di responsabilità condivisa». Une Autonomie vivante, capable de se renouveler et de participer en protagoniste à la construction de cette Europe des peuples qu’Émile Chanoux avait su imaginer bien avant les traités.













