La discussione generale sul Documento di economia e finanza regionale, sulla legge di stabilità e sul bilancio di previsione della Regione per il triennio 2026-2028 ha occupato l'intera seduta mattutina del Consiglio del 16 dicembre 2025.
Sulla legge di stabilità sono stati presentati 11 emendamenti, di cui 6 della seconda Commissione, 1 dell'Assessore allo sviluppo economico e 4 dei gruppi Lega Vallée d'Aoste e La Renaissance Valdôtaine. Sul bilancio di previsione, è stato presentato un emendamento congiunto dei gruppi Lega VdA e La Renaissance.
Gli ordini del giorno depositati in Aula sono 57, di cui 12 congiunti dei gruppi Lega VdA e La Renaissance, 13 di AVS, 10 di Fratelli d'Italia, 16 di PD-FP e 6 di AdC.
La discussione generale
La Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Chiara Minelli, ha espresso «un giudizio negativo sull’impostazione e sui contenuti dei provvedimenti nei quali manca una visione strategica e una vera programmazione», annunciando la presentazione di una serie di ordini del giorno. «Il Defr si limita a descrivere l’esistente, senza indicare priorità né scelte incisive, pur in presenza di risorse ingenti. È un documento privo di respiro, ridotto a un atto burocratico, che riflette un problema di fondo: la cronica refrattarietà dei governi a guida unionista a programmare. Non troviamo nuovi obiettivi strategici e quelli indicati non affrontano temi cruciali come rilancio della sanità pubblica, autonomia energetica, rifiuti zero, contrasto alla povertà e all’abbandono scolastico, riforma enti locali, legge elettorale regionale. Sul Casinò si ipotizza il ritorno alla gestione privata senza rafforzare i controlli, mentre sul tunnel del Monte Bianco si insiste sul raddoppio stradale in contrasto con le indicazioni europee che privilegiano il trasporto merci su ferrovia. La Valle d’Aosta "fossil fuel free" resta uno slogan: il 70% dei consumi dipende ancora da fonti fossili e non c’è una strategia sull’autonomia energetica. Sul collegamento Cime Bianche si registra una grave forzatura, senza alcuna valutazione dello studio commissionato dalla Regione: la nostra proposta è la tutela del vallone attraverso la creazione del Parco del Monte Rosa. Su Cva sono sorti forti interrogativi, ma nel Defr non compare nulla e gli indirizzi sono demandati integralmente alla Società.»
«Questo è un bilancio tecnicamente solido, con i conti in ordine, ma politicamente vuoto. Si regge su binari robusti - che sono anche frutto di scelte stratificate nel tempo - ma manca il coraggio di portare il treno verso nuove destinazioni», ha detto il Consigliere Fulvio Centoz (Partito Democratico - Federalisti Progressisti VdA), annunciando una serie di ordini del giorno con «proposte concrete per rispondere alle emergenze reali del territorio.» Per Centoz, «avere un fondo cassa che supera il miliardo e 150 milioni di euro e non riuscire a trasformarlo in servizi e cambiamento è come avere il conto in banca pieno mentre il tetto di casa perde acqua. Si assiste ad una bulimia programmatoria e un'anoressia organizzativa, quando la Valle d’Aosta vera non è quella che emerge dalle tabelle del bilancio, ma quella che si spopola, invecchia, perde giovani, chiude scuole e vede sparire gli sportelli bancari. È lì che si misura l'efficacia delle politiche pubbliche. Su questo fronte, la madre delle riforme deve essere la riorganizzazione degli enti locali come architrave di qualsiasi strategia credibile contro lo spopolamento e il declino dei servizi. Non possiamo continuare a pretendere che ogni Comune faccia tutto. Per mantenere i servizi sul territorio servono scelte nette: 5-8 ambiti territoriali ottimali, costruiti su bacini scolastici, sanitari e di mobilità reali, con una gestione unificata dei servizi essenziali.»
«Questo è un bilancio di transizione, che arriva dal passato e non guarda al futuro - ha osservato il Consigliere di Fratelli d'Italia Massimo Lattanzi -. Non modifica lo scenario al 2030 e, nonostante sia un bilancio da 2 miliardi di euro, cittadini e imprese faticano a comprenderne gli effetti. Preoccupa la scarsa manovrabilità: non siamo padroni delle entrate, perché non decidiamo le aliquote Irpef e Irap, e saremo chiamati a partecipare ad un sacrificio enorme per mantenere in piedi questo Paese che si trova a gestire debiti fatti da governi precedenti. E allora ci chiediamo: la Valle d'Aosta può rasserenarsi di fronte a un bilancio in riduzione nel prossimo triennio? Per noi, la risposta è no. Perché questo bilancio non affronta le sfide che Europa e Italia ci pongono: come trattenere i giovani, sostenere gli anziani, garantire attrattività alla ricerca. L’economia valdostana si regge sul turismo, ma nel bilancio il settore pesa solo per l’1%; il sociale cresce, ma cresce anche la povertà, mentre la sanità ha un peso sempre più rilevante. Con questo bilancio non si va lontano: mancano politiche per la crescita e una visione d’insieme. Ci aspettiamo in primavera una discontinuità politica, amministrativa ed economica. Presenteremo ordini del giorno in modo costruttivo, perché la solidità contabile non coincide con la serenità della comunità. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo per costruire una solidità che non guarda al breve, ma al futuro.»
Il Consigliere Aldo Domanico (FdI) ha aggiunto: «Difficilmente si poteva immaginare una situazione politica come quella che stiamo vivendo in questa regione: FI voterà a favore di un bilancio che cinque anni fa aveva bocciato, mentre il PD oggi voterà contro un bilancio in continuità con la passata legislatura, quando era al governo. Ne vedremo delle belle.»
«Tra gli elementi condivisibili di questi provvedimenti - ha detto il Consigliere Marco Carrel (Autonomisti di Centro) - vi sono il rafforzamento dell’Università della Valle d’Aosta, il nuovo centro di ricerca per contrastare la fuga dei cervelli. Positiva anche la posizione sul raddoppio del tunnel del Monte Bianco e la proroga delle concessioni del Gran San Bernardo, temi da affrontare con Governo e Ue nell’interesse dell’intera comunità valdostana, con il coinvolgimento costante del Consiglio. Condivisibile anche il potenziamento dei Vigili del fuoco, pur con dubbi sull’effettiva rapidità di attuazione, che rischia di rendere il provvedimento più simbolico che efficace. Sui collegamenti intervallivi, valutiamoli dal punto di vista turistico e sciistico ma non creiamo confusione utilizzando la sicurezza per giustificare importanti investimenti in maniera poco coerente. Servono approfondimenti sulla riforma della Pubblica amministrazione e sul riparto delle risorse agli enti locali: la Pa va resa più attrattiva con modelli organizzativi moderni e attraverso un confronto aperto nelle Commissioni. Sul piano politico, questi documenti appaiono in continuità con la precedente legislatura e vengono definiti "tecnici" per evitare l’esercizio provvisorio. È necessario avviare il confronto sulla riforma della legge elettorale e valutare lo spostamento delle elezioni in primavera, per consentire bilanci realmente rappresentativi della maggioranza. Presenterò ordini del giorno per chiedere impegni chiari e tempi certi, evitando che anche questo bilancio sia un esempio di cambiare poco per non cambiare nulla.»
La Vicecapogruppo di PD-FP, Clotilde Forcellati, ha parlato di un bilancio «carente, timido, privo di visione e scelte coraggiose nonostante la solidità finanziaria, eredità della precedente amministrazione di cui facevamo parte. Il fondo cassa da un miliardo 150 mila euro non è un tesoro da custodire ma una straordinaria opportunità politica da investire. Per questo ci aspettavamo la presenza di temi importanti. In sanità continuiamo a vedere liste d'attesa inaccettabili e un welfare che non riesce a stare al passo con le nuove povertà nonostante ci siano le risorse necessarie da investire. Assistiamo alla desertificazione commerciale: la chiusura dei negozi e delle attività nelle valli rappresenta non solo un dato economico ma lo smantellamento del tessuto sociale. Su questo tema, su cui abbiamo presentato un ordine del giorno, servono scelte coraggiose. Sulle opere pubbliche, si programma molto e si realizza poco. La Valle d'Aosta merita una manovra che sia un atto coraggioso come investimento nella propria gente. Non vogliamo un tesoriere ma un governo che faccia scelte, trasformando le difficoltà in visione.»
Il Consigliere Eugenio Torrione (AVS) ha constatato che «il Defr dovrebbe essere la pietra miliare di un governo, un progetto che deve discendere da una visione e da sogni e declinarsi in azioni e obiettivi, con tempi e indicatori certi. Invece, in questo documento - in cui c'è anche una certa trascuratezza nella stesura - non si trova una visione chiara né di sistema né del futuro. In materia di politiche sociali emergono diverse azioni da mettere in atto, alcune delle quali anche condivisibili, ma anche qui non si esce da una logica piccola e limitata. C'è bisogno di una riforma complessiva, che orienti il faro delle politiche mettendo al centro la persona, senza distinguo tra anziani, giovani, disabili, dando a tutti pari dignità e pari diritti. Oggi, c'è troppa frammentazione, troppa settorialità, spesso compartimenti stagni: il risultato è che la Valle d'Aosta ha tante risorse, ma fatica a spenderle. Occorre quindi una riforma che metta attorno al tavolo della programmazione a regia pubblica i dipartimenti sanità, politiche sociali e il terzo settore. Sull'ente strumentale per la gestione dei servizi alla persona, non siamo d'accordo: sembra l'ennesimo intervento tampone che non risolve la situazione, con il rischio di duplicare le criticità della Società di Servizi.»
Il Vicecapogruppo di FdI, Massimiliano Tuccari, ha ricordato che «nella scorsa legislatura, il Consiglio regionale si è riunito 418 volte, per oltre 2.000 ore complessive di lavoro in Aula. Eppure gli atti normativi approvati sono stati solo 165: in media uno ogni dodici ore di seduta. Mentre si parlava molto i soldi restavano fermi e alla fine della legislatura ci si è trovati con un avanzo di amministrazione enorme: soldi non spesi mentre la sanità arrancava, le infrastrutture rimanevano sulla carta e la programmazione progettuale era più un auspicio che una strategia. A chi governava chiedo: a cosa sono servite tutte queste ore se poi è mancato il coraggio di decidere? Insieme all'Union Valdôtaine c'era il Partito Democratico che oggi predica rigore, programmazione e visione e prima votava bilanci con avanzi milionari e cantieri inesistenti. Oggi al suo posto c'è Forza Italia, che con un vero esercizio di acrobazia politica si è fatta eleggere con il centrodestra e poi ha preferito governare da sola con l'UV tradendo gli elettori, ma il metodo non cambia. Se dopo 2.000 ore in Aula cambiano solo i compagni di banco il fallimento non è tecnico ma politico. La Valle d'Aosta non ha bisogno di altre ore di dibattito inconcludente ma di scelte nette, alleanze coerenti, programmazione vera e rispetto per gli elettori.»
Com/SC-MP













