Medici, infermieri, operatori: gente che corre, ascolta, stabilizza, rassicura. Gente che si prende addosso dolore, paura e stanchezza senza mai fermarsi. E proprio per loro Cittadinanzattiva ha deciso di sostenere apertamente l’appello della Simeu, la Società italiana della medicina d’emergenza-urgenza, chiedendo che questo lavoro venga riconosciuto ufficialmente come usurante.
Maria Grazia Vacchina, segretaria di Cittadinanzattiva Valle d’Aosta, riassume il sentimento diffuso con una domanda che è anche una constatazione: «I cittadini sono dalla parte di chi opera, in particolare, nel Pronto Soccorso?». La risposta sta nei fatti: sì, ci stanno, eccome. Perché la gente vede, capisce, e sa quanto gli operatori dell’emergenza siano spesso l’unico riferimento possibile.
E poi c’è la voce nazionale dell’associazione. «Sosteniamo la richiesta avanzata dalla Simeu di riconoscere come usurante il lavoro dei professionisti sanitari che operano nell’emergenza-urgenza», afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ricordando come tutto passi dagli emendamenti alla Legge di Bilancio. Nada di ideologico: solo la fotografia di un reparto che assorbe tensione, carichi emotivi e turni massacranti, aggravati dalle difficoltà del territorio e dalla mancanza di alternative a cui i cittadini possano rivolgersi.
Il cuore della questione sta qui: «Un appello che ci trova d’accordo come cittadini che hanno a cuore la salute psicofisica dei medici e degli infermieri», sottolinea Mandorino, mettendo a fuoco un punto che spesso si dimentica. Chi entra in un Pronto Soccorso è fragile, stanco, preoccupato. Ma chi lo accoglie lo è altrettanto, e non lo può mostrare. Garantire riconoscimento e tutele non è un premio: è un atto necessario per proteggere chi protegge noi.
E c’è un dato che pesa come un macigno: nel 2024 il 74,9% dei posti nelle scuole di specializzazione in Medicina d'emergenza-urgenza è rimasto vuoto. Un intero settore che rischia lo svuotamento, mentre le dimissioni aumentano e la pressione cresce. Un riconoscimento di usura potrebbe contribuire sia a trattenere chi già regge la baracca, sia a convincere i giovani professionisti a scegliere questa strada, sapendo che lo Stato riconosce il valore – e la fatica – del loro ruolo.
Alla fine, la richiesta di Cittadinanzattiva è semplice: responsabilità, attenzione e un patto chiaro con chi lavora in uno dei luoghi più sensibili della sanità pubblica. Perché, nel momento in cui bussiamo alla porta del Pronto Soccorso, tutti vogliamo trovare qualcuno che ci accolga con lucidità, competenza e umanità. E questo, oggi più che mai, va protetto.













