Sono stati presentati questa mattina, nella Sala Cristallo dell'Hotel Nazionale di Roma, i risultati della ricerca di Hi - Healthcare Insights, l'Osservatorio Indipendente sull'Accesso alle Cure di Fondazione The Bridge, sulle liste d'attesa per l'erogazione delle prestazioni all'interno di strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate .
Dal Report, con riferimento al 2021, emerge un quadro di "assoluta disomogeneità dei dati forniti dalle singole Regioni, già registrato per le annualità 2019 e 2020 come conseguenza della libertà che la normativa nazionale, indicata nel Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA), lascia a ciascuna di esse nello stabilire le modalità attraverso cui i dati sono raccolti, utilizzati e resi accessibili ai cittadini", si legge nella nota.
Gli esperti fanno sapere che ciò non consente un'analisi comparata tra le prestazioni dei diversi sistemi sanitari regionali e spesso nemmeno tra i dati della medesima Regione riguardanti anni diversi. Dalla ricerca emerge, dunque, innanzitutto "l'urgenza di un ripensamento delle modalità di raccolta dei dati per una corretta e completa analisi dei tempi di attesa".
Inoltre, gli esperti hanno premesso che all'interno dei dati PNGLA è previsto un elenco di 69 prestazioni ambulatoriali e 17 in regime di ricovero, ma non tutte le Regioni hanno rilevato lo stesso numero di prestazioni e le uniche a fornirle tutte sono state Abruzzo, Puglia e Marche.
Nel Report dell'Osservatorio Hi è stato operato un confronto, rispetto ad alcune prestazioni, tra i tempi medi di erogazione da parte delle Regioni (limitatamente alla media delle classi di priorità B e D, le uniche a essere presenti nei dati forniti da tutte le Regioni).
Tra i dati analizzati e presentati c'è quello della prima visita ginecologica, per cui la Provincia Autonoma di Trento e l'Abruzzo presentano rispettivamente il minor numero di giorni medi di attesa e la più alta percentuale di prestazioni eseguite per tempo; il Molise e la Basilicata, invece, si distinguono in negativo, con rispettivamente il 58% di prestazioni eseguite per tempo e una media di 42 giorni di attesa (su un massimo di 10 giorni per la classe B e 30 giorni per la classe D). Per una visita oculistica, inoltre, diverse Regioni presentano un forte peggioramento rispetto al 2020: l'Umbria passa da 15 a 33 giorni medi di attesa, la Sardegna da 23 a 56 giorni. Per un elettrocardiogramma a migliorare è la Valle d'Aosta, con 31 giorni medi di attesa (erano 57 nel 2020) mentre peggiora nettamente la Sardegna, che passa da soli 15 giorni medi di attesa a 52 giorni.
In materia di ricoveri per un intervento chirurgico per tumore alla mammella, il Report evidenzia come sia Lazio che Umbria abbiano subìto dei peggioramenti rispetto all'anno precedente: il Lazio è passato dal 53,25% al 35,36% di prestazioni eseguite per tempo e l'Umbria da 33 a 38 giorni medi di attesa (su 30 giorni di soglia, previsti dal PNGLA per la classe A).
Per ipotizzare una nuova modalità di raccolta e analisi dei dati delle liste d'attesa effettivamente rispondenti alla realtà, Fondazione The Bridge e Agenas hanno creato un gruppo di lavoro per monitorare ex ante i tempi di attesa delle prestazioni specialistiche.
Il progetto, si legge nella nota, prevede la raccolta dei dati analitici delle prenotazioni effettuate attraverso i CUP di un campione di Regioni/Aziende sanitarie; l'analisi dei dati raccolti e la successiva comunicazione al Ministero della Salute; la costruzione di specifici indicatori di presa in carico dei pazienti; l'analisi legislativa a integrazione e supporto del percorso.
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