I ghiacciai raccontano il nostro passato e il nostro futuro. Ne è testimonianza la mostra Earth's Memory, che presenterà in anteprima mondiale, nelle sale del Forte di Bard, i risultati del progetto "Sulle tracce dei ghiacciai", il viaggio fotografico-scientifico ideato e diretto dal fotografo Fabiano Ventura.
L'esposizione sarà visitabile da giovedì 17 giugno al 18 novembre prossimo e raccoglie un percorso lungo 13 anni, nato per documentare e mostrare gli sconvolgenti effetti dei cambiamenti climatici sul pianeta. Dal 2009 al 2021 Ventura, insieme ad un team di registi e ricercatori, ha condotto otto spedizioni sui maggiori ghiacciai montani della Terra: Karakorum (2009), Caucaso(2011), Alaska (2013), Ande (2016), Himalaya (2018) e Alpi (2019-2020-2021).
La mostra raccoglie 90 confronti fotografici esposti con immagini di grande formato e altissima qualità, affiancati alla restituzione dei dati scientifici raccolti durante le spedizioni. I contenuti sono presentati con le più moderne tecniche di interactive design e data visualization: proiezioni su grande schermo, video-installazioni e immagini immersive che consentono al visitatore di addentrarsi nel magico mondo dei ghiacci e nel complesso tema dei cambiamenti climatici. Completano l'esposizione video delle spedizioni e le interviste ai vari ricercatori coinvolti, le collezioni di abbigliamento di ieri e oggi, le raccolte di documenti e mappe di valore storico-scientifico. "Con questo progetto il Forte di Bard intende contribuire a veicolare nei confronti del pubblico una maggiore consapevolezza sull'impatto che le attività umane hanno sul clima, sensibilizzandolo sulla necessità di salvaguardare le risorse naturali per la tutela delle generazioni future", spiega la presidente del Forte di Bard Ornella Badery.
I confronti esposti "rappresentano i cambiamenti avvenuti in un breve arco temporale e al tempo stesso lasciano una testimonianza e un monito per le generazioni future", afferma Ventura, spiegando che l'obiettivo della mostra sta nell'offrire "un apporto alla conoscenza e alla presa di coscienza, oggi più che mai necessarie". Per il fotografo, "l'uomo è un abitante della terra e non è estraneo alla natura: salvaguardarla vuol dire salvaguardare noi stessi come specie e come umanità". E aggiunge: "L'abbandono di una visione totalmente antropocentrica, che sembra quasi una banalità, è diventata una delle sfide più importanti del nostro tempo".
La mostra ha ricevuto il patrocinio dell'Unesco e vanta una collaborazione scientifico divulgativa con l'Esa, l'European Space Agency, che ha realizzato appositamente alcune grafiche per il progetto espositivo di Bard. In mostra anche una preziosa selezione di mappe e documenti storici sulle prime esplorazioni geografiche, una grande immagine iconica che rappresenta ogni catena montuosa e alcuni esempi di abbigliamento alpinistico storico e moderno. Presenti anche cinque tavoli con 15 monitor dove vengono esposti tutti gli approfondimenti e il backstage, tra cui dei testi scientifici a firma di Claudio Smiraglia e Riccardo Scotti, diversi video e interviste tratte dai documentari realizzati sulle spedizioni, e oltre 150 immagini di backstage per raccontare il dietro le quinte di tutto il lavoro svolto in 13 anni di progetto.