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CULTURA | 02 giugno 2020, 21:27

Colle del Piccolo San Bernardo, Zona Archeologica, il Cromlech i siti energetici di La Thuile

Nel contesto di una montagna selvaggia, a 2.188 metri, proprio sopra il Lago di Verney, in corrispondenza della linea di confine tra l’Italia e Francia, c’è un punto di particolare magia

Colle del Piccolo San Bernardo, Zona Archeologica, il Cromlech i siti energetici di La Thuile

Si tratta della zona archeologica dove è stato rinvenuto un Cromlech, un cerchio di 46 pietre e settantadue metri di diametro che probabilmente racchiudeva un dolmen al centro e nell’antichità era considerato un luogo di culto molto importante. Tante le leggende intorno al Cromlech, che spesso viene erroneamente chiamato “Cerchio di Annibale” attribuendolo al condottiero punico che si dice sia passato dal valico.

Quel che è più certo è che avesse la funzione di tempio all’aperto e di osservatorio astronomico, ipotesi sarebbe confermata dalla presenza di una pietra molto più grande delle altre all’interno del cerchio, utilizzata per segnare la direzione del sole al solstizio d’estate.

 Il 21 giugno, infatti, il Cromlech offre un emozionante spettacolo astronomico poiché il sole che tramonta dietro la sella del Lancebranlette (monte al di sopra del Cromlech), crea per circa mezzo minuto un’ombra a semicerchio che avvolge la struttura megalitica, lasciando solo l’area sacra in luce.

Questo luogo, oggetto ancor oggi di studio, risale quasi sicuramente all’epoca preceltica (3000 a. C.). Ma l’importanza come via di transito del Colle del Piccolo San Bernardo è testimoniata anche dai resti di un tempietto gallico e di due “Mansiones” dell’epoca romana, che garantivano ristoro e pernottamento ai viaggiatori e agli animali che già nel I° secolo a. C. percorrevano questo valico come via verso le Gallie.

A rendere magica la zona anche la Colona di Giove, alta quattro metri, sulla quale oggi è visibile la statua di San Bernardo di Mentone, arcivescovo di Aosta. Si narra che un tempo al posto della statua ci fosse una pietra rossa, l’Escarboucle o occhio di Giove, testimone dell’antico culto del dio Penn, diffuso in queste montagne. La leggenda vuole che quella pietra, visibile anche a grande distanza, spaventasse i valligiani ormai cristianizzati che la identificavano con l’occhio rosso del demonio, tant’è che chiesero a San Bernardo di sconfiggere le forze infernali, distruggendo anche la pietra rossa.

La meraviglia del paesaggio, l’immensità e la potenza di una natura più viva che mai, il silenzio che avvolge le montagne, la storia e le leggende rendono questo luogo ancor più avvincente e suggestivo, custode di una particolare energia da vivere in libertà, in funzione delle proprie passioni e curiosità.

red. pi.

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