Per vivere gestiva alcune aziende di famiglia ma la sua vocazione è sempre stata la musica. Ezio Magliano, originario di Cuneo ma valdostano di adozione, è mancato ieri all’età di 72 anni. In Valle d’Aosta era molto conosciuto sino dagli anni ’70 quando aveva inventato per l’emittente televisiva Rta un programma di musica a richiesta che lui eseguiva all’organo.
La sua passione lo aveva portato a crearsi un attrezzatissimo studio di registrazione dove aveva realizzato numerosi dischi tra i quali uno a nome Digital Clem, uno due formsto da lui stesso e dalla cantante Cristiba Linty (Clem era l’acronimo di Cristina Linty ed Ezio Magliano).
Consulente musicale anche per l'Amministrazione regionale, la passione per le sette note gli aveva fatto fare incontri importanti, in primis quello con Giulio Mogol Rapetti. “Ho conosciuto Mogol in due momenti diversi: raccontava – la prima fu nel 1981. Era l’ultima sera del Cantagiro, una gara musicale su e giù per l’Italia all’epoca molto popolare; Mogol era presidente della giuria, io ero tra le nuove proposte. Venne a salutarci e mi chiese come mi chiamavo. Gli dissi il mio nome e lui guardo un foglio che aveva in mano e mi disse: ‘Bravo, sei arrivato quarto’. Io speravo in un podio e lui replicò dicendomi che i primi tre erano stati scelti sin dall’inizio, il quarto era quello che aveva avuto i voti del pubblico.”
(Nella foto sopra sa sn: Jean Barocco, allora sindaco di Quart, Mogol e Magliano che era membro del comitato di gestione della biblioteca, ed aveva organizzato a Quart un incontro con Mogol)
Le strade di Magliano e Mogol si divisero sino al 1999, quando Giulio Rapetti salì in Valle d’Aosta a cercare allievi per la sua scuola, Il Centro Europeo Toscolano, e andò dall’allora assessore all’Istruzione e Cultura, Laurent Viérin, il quale, sapendo che Magliano conosceva Mogol, lo chiamò nel suo ufficio. Nacque in questo modo il Premio Mogol, che la Regione organizzò per qualche anno premiando i migliori testi di canzoni italiane.
Tra lui e Mogol, intanto era nata una bella amicizia. “Lo sentivo come un fratello maggiore”, raccontava. Nel 2013, poi, Ezio Magliano ebbe un grosso problema di salute. “Mi ricoverarono in ospedale, non sapevano cosa avessi ed io non sapevo cosa fare”. Mogol gli telefonò e lo convinse ad andare a Roma, dove aveva tra gli amici alcuni primari. Curato con successo, Magliano doveva però fare una lunga convalescenza non lontano dal centro in cui era sto assistito. Mogol – ricordava – mi disse di andare a casa sua; ci rimasi un anno e mezzo. Lo aiutai a fare ordine nelle sua tante società, io ho sempre amministrato la società lasciatami da mio padre ed un po’ di esperienza in materia ce l’ho.”