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CRONACA | 10 giugno 2025, 12:00

Danni da fauna protetta, cambia tutto: più soldi, meno burocrazia

La Giunta approva la riforma attesa da anni: risarcimenti aggiornati, esenzione dal regime ‘de minimis’ e sportello aperto per chi subisce danni. Una svolta per il mondo agricolo valdostano

Danni da fauna protetta, cambia tutto: più soldi, meno burocrazia

È una di quelle decisioni che non fanno rumore, ma che possono cambiare molto per chi ogni giorno lavora la terra e alleva in montagna. Lunedì 9 giugno, la Giunta regionale della Valle d’Aosta ha approvato una riforma attesa da anni: nuove regole per risarcire i danni causati dalla fauna selvatica – lupi, cinghiali, corvi, e non solo – agli allevatori e agricoltori della regione.

Non è solo un aggiornamento tecnico. È un cambio di passo concreto, come ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Marco Carrel, che ha presentato il provvedimento frutto della legge regionale n. 8/2025, approvata lo scorso aprile.

Cosa cambia, in pratica? Prima di tutto, i risarcimenti: i valori tabellari sono stati adeguati agli indici ISTAT, per tenere conto dell’aumento dei costi e rendere più equo il rimborso dei danni. Ma soprattutto, salta finalmente un ostacolo storico: il regime ‘de minimis’, il tetto europeo che limitava gli aiuti agli agricoltori, viene superato per i danni da fauna protetta.

“Chi subisce attacchi da lupi o da altri animali protetti non dovrà più rientrare nei vincoli del ‘de minimis’ – ha spiegato Carrel –. È un passaggio fondamentale, che riconosce la specificità delle nostre aree montane e le difficoltà di chi ci lavora”.

Altro elemento chiave: lo sportello aperto. Non ci saranno più finestre temporali rigide o moduli da rincorrere. Chi ha subito danni può presentare domanda in qualunque momento, con una procedura semplificata.

Il pacchetto approvato oggi dalla Giunta, che comprende anche misure per la prevenzione – dai recinti elettrificati ai cani da guardia – mira a costruire una convivenza possibile tra uomo e natura, senza scaricare tutto sulle spalle di chi vive di agricoltura.

“La presenza della fauna selvatica – ha aggiunto Carrel – è un valore, ma serve equilibrio. I nostri allevatori devono essere messi in condizione di lavorare, senza sentirsi abbandonati”.

Nella delibera approvata, consultabile con gli allegati tecnici sul sito della Regione, sono indicati i nuovi parametri di valutazione dei danni, suddivisi per specie, tipologia e intensità dell’attacco. È uno strumento più preciso, costruito anche con il confronto delle associazioni di categoria.

Una buona notizia, insomma, per chi chiede da anni meno burocrazia e più attenzione. Ma anche un test per la macchina amministrativa regionale, chiamata ora a tradurre in azione ciò che oggi è su carta. Gli allevatori, intanto, osservano con cauto ottimismo. E sperano che questa volta le promesse camminino davvero al fianco delle mandrie.

pi/fe

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