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CULTURA | 03 dicembre 2017, 10:00

Giuliana Lojodice e Umberto Orsini fanno riviere la nascita dell’atomica

Massimo Popolizio Umberto Orsini e Giuliana Lojodice

Massimo Popolizio Umberto Orsini e Giuliana Lojodice

Sono due monumenti del teatro italiano Umberto Orsini e Giuliana Lojodice che, insieme a Massimo Popolizio portano allo Splendor di Aosta lunedì 4 dicembre alle 21 lo spettacolo teatrale Copenaghen di Michael Frayn, con la regia di Mauro Avogadro.

Allestito come un’aula universitaria, il palco di Copenaghen ospita tre semplici sedie nere. I corpi degli interpreti, vestiti con completi grigio scuro, sono veicoli di una parola sempre limpida, pura, che lascia spazio all’attenzione per seguire le complessità dell’intreccio narrativo costruito da Michael Frayn attorno a una sola domanda: “Perchè Heisenberg si è recato a Copenaghen?”.

Questa domanda, che viene posta all’inizio della pièce dall’unico personaggio femminile dello spettacolo, Margrethe Bohr, moglie del grande fisico danese studioso di fisica nucleare, è la chiave d’innesco di un rompicapo scenico che intende avvicinarsi quanto più possibile alla realtà storica. La vicenda si situa temporalmente nel mese di settembre del 1941, anno in cui Werner Heisenberg e Niels Bohr si incontrarono nella città danese al tempo sotto occupazione nazista. L’intreccio narrativo tiene conto di molti fattori, ma mette in luce soprattutto le ragioni storico-politiche alla base dell’incontro tra i due fisici.

La scoperta e lo sviluppo dell’atomica, la produzione di nuovi ordigni nucleari e gli equilibri politici in un mondo mosso dalla guerra sono tre elementi troppo complessi da gestire senza che qualcosa possa sfuggire, ecco allora che si apre la possibilità di introdurre una visione forse più psicanalitica dei personaggi.

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