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CULTURA | 21 dicembre 2025, 10:47

Les Peintres de Nus, vent’anni di arte che fanno comunità

Da un garage a una casa condivisa nel cuore del Comune: la scuola di pittura Les Peintres de Nus festeggia vent’anni di attività raccontando una storia fatta di passione, pazienza, relazioni e crescita artistica. Un’esperienza culturale che ha lasciato un segno profondo nella comunità e nel territorio valdostano

Ci sono storie che non hanno bisogno di clamore per essere importanti. Crescono piano, pennellata dopo pennellata, dentro i luoghi e dentro le persone. La storia di Les Peintres de Nus è una di queste. Venerdì 19 dicembre 2026, nel pomeriggio che profumava di bilanci e di memoria, la scuola di pittura ha celebrato i suoi vent’anni di vita nella sede del Comune di Nus, alla presenza dell’intera Giunta comunale e del sindaco Camillo Rosset. Non una semplice ricorrenza, ma un momento di restituzione collettiva: alla comunità, agli allievi, a chi ha creduto che l’arte potesse diventare un fatto quotidiano.

Fondata nel 2005, Les Peintres de Nus ha rappresentato in questi due decenni molto più di un corso di pittura. È stata un laboratorio permanente di relazioni, uno spazio di libertà espressiva, un presidio culturale capace di attraversare il tempo senza perdere autenticità. Merito della guida del maestro Alberto Piccolo e dell’impegno costante della presidente dell’associazione Pia Cretier, figure diverse ma complementari, unite dalla stessa visione: rendere l’arte accessibile, condivisa, viva.

Alberto Piccolo (nella foto con Pia Cretier) è una presenza discreta ma decisiva. Originario di Torino, residente a Nus dal 1991, artista autodidatta e naturalista, conosciuto per le sue opere a olio e ad acquerello, è stato tra gli artefici della nascita e dello sviluppo della scuola. La sua lunga attività espositiva in Valle d’Aosta si intreccia con un lavoro silenzioso e paziente di trasmissione del sapere, fatto di gesti, osservazione, ascolto. «Insegnare pittura – ama ripetere – significa prima di tutto imparare a guardare», ed è forse questo lo spirito che ha accompagnato generazioni di allievi e allieve.

Durante l’incontro celebrativo è stato ripercorso il cammino della scuola, una storia che parla anche di istituzioni e di scelte politiche concrete. Nata in un garage, Les Peintres de Nus ha trovato i suoi primi locali grazie all’interessamento dell’allora vicesindaco Fabbri, in prossimità dell’area Reboulaz, dove aveva sede anche la Pro Loco. Un passaggio fondamentale, che ha dato dignità e visibilità a un’esperienza ancora giovane. Il salto di qualità è arrivato con l’attuale sindaco Camillo Rosset, che ha sostenuto l’assegnazione di uno spazio all’interno del Comune, consolidando una presenza stabile e riconosciuta. Non un dettaglio logistico, ma un segnale politico chiaro: la cultura come parte integrante della vita amministrativa.

Oggi Les Peintres de Nus conta circa trenta partecipanti regolari e propone lezioni tre volte alla settimana: il martedì e il venerdì dedicate alla pittura a olio, il mercoledì all’acquerello. Nel tempo, il livello tecnico degli allievi è cresciuto in modo evidente, come dimostrano le numerose mostre realizzate negli anni e la qualità delle opere prodotte. Non una competizione, ma un percorso condiviso, dove ognuno trova il proprio ritmo e la propria voce.

Durante la celebrazione sono state esposte una quarantina di locandine delle mostre organizzate nel corso degli anni, accanto ad alcune opere degli allievi e delle allieve. Un colpo d’occhio che raccontava meglio di mille discorsi la varietà espressiva, l’evoluzione stilistica, la continuità di un lavoro portato avanti con costanza. Ogni locandina era un frammento di storia, ogni quadro una traccia personale inserita in un racconto collettivo.

Il sindaco Camillo Rosset ha voluto sottolineare il valore di questa esperienza per Nus e per l’intero territorio: «Questa scuola è uno degli orgogli di Nus, perché rappresenta una dimostrazione culturale importante, capace di unire persone e creare valore attraverso l’arte». Parole che vanno oltre la celebrazione di rito e che riconoscono a Les Peintres de Nus un ruolo preciso: quello di essere collante sociale, spazio di incontro, luogo dove la cultura non è un evento occasionale ma una pratica quotidiana.

Vent’anni dopo quel garage iniziale, Les Peintres de Nus continua a dipingere, ma soprattutto a costruire. Relazioni, competenze, senso di appartenenza. In un tempo che corre veloce, questa scuola ha scelto di fermarsi davanti a una tela bianca e di insegnare che anche la lentezza può essere un atto rivoluzionario. E forse è proprio per questo che, a Nus, l’arte non è mai stata così viva.

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