/ CULTURA

CULTURA | 14 dicembre 2025, 08:01

Quando il Natale si guarda con gli occhi del cuore

Al Circolo valdostano della Stampa una cena degli auguri partecipata e intensa ha intrecciato cultura, solidarietà e spiritualità. Al centro, l’impegno della presidente Vacchina e un progetto capace di unire fede, comunità e attenzione agli ultimi

Quando il Natale si guarda con gli occhi del cuore

Nei giorni scorsi, Aosta ha vissuto una di quelle serate che lasciano un segno discreto ma profondo. La tradizionale cena natalizia del Circolo valdostano della Stampa, quest’anno particolarmente partecipata, si è svolta martedì 9 dicembre al Ristorante Intrecci, trasformandosi in molto più di un semplice momento conviviale. È stata un’occasione di incontro autentico, di condivisione e di riflessione, nel solco di una tradizione che il Circolo continua a rinnovare con sensibilità e visione.

Il tema scelto dal Consiglio direttivo, “Con gli occhi del cuore. Natale in Valle d’Aosta”, ha dato il tono all’intera serata. Un titolo che non è rimasto dichiarazione d’intenti, ma si è fatto percorso, racconto, gesto concreto. Un invito a guardare il Natale oltre le consuetudini, mettendo al centro le persone, le storie, le fragilità e le speranze, in uno scambio sincero tra cultura e vita, professionalità e volontariato, memoria e futuro.

In questo cammino, il ruolo della presidente Vacchina è emerso con forza e naturalezza. La sua guida, attenta e inclusiva, ha saputo tenere insieme identità e apertura, valorizzando il Circolo non solo come luogo di confronto professionale, ma come spazio vivo di promozione culturale e di solidarietà concreta. Un impegno costante, che trova nel periodo natalizio un’espressione particolarmente intensa e coerente.

Durante la serata è stata presentata in anteprima anche l’omonima produzione televisiva “Con gli occhi nel cuore”, un progetto che intreccia il rigore del documentario con la forza del video-racconto, restituendo tutta la magia di una delle feste più universali e sentite dell’anno. Il Natale viene esplorato nelle sue molteplici dimensioni: la tradizione religiosa, i rituali familiari trasformati dal tempo, i simboli culturali e quel senso di comunità che rende la Valle d’Aosta un luogo unico.

I testi e le interviste portano la firma di Giacomo Sado, la realizzazione e la regia sono di Gianfranco Ialongo, con la partecipazione dei giovani e del gruppo Cultura della parrocchia di Quart e la collaborazione di Severino Zampaglione, direttre della sedre regionale Rai VdA. Un lavoro corale che raccoglie voci ed esperienze diverse, ricordando come il Natale, pur profondamente radicato nella fede cristiana, custodisca valori universali capaci di parlare a tutti.

Particolarmente intenso il momento conclusivo del programma, quando le telecamere entrano nel convento di clausura Mater Misericordiae di Quart, offrendo uno sguardo raro e rispettoso su un luogo di silenzio e spiritualità. Un passaggio che ha colpito e commosso, restituendo il senso più profondo dell’attesa e dell’ascolto.

Come da tradizione, anche i doni natalizi del Circolo sono stati carichi di significato. Vassoi in legno e fiori in ceramica realizzati dagli ospiti e dagli educatori dei Centri diurni regionali Orchidea e Myosotis, gestiti dalla Cooperativa La Sorgente, e i dolci prodotti dagli ospiti della Casa circondariale di Brissogne, grazie al lavoro della Cooperativa Enaip-Acli Valle d’Aosta, hanno raccontato una solidarietà che non è assistenza, ma dignità, lavoro, inclusione.

Ad arricchire ulteriormente l’atmosfera, l’esposizione di un artistico presepe realizzato dal Gruppo Volontarie Alba-Aosta, con manufatti in lana di riuso proveniente da Valgrisenche. Oggetti semplici e preziosi, capaci di “scaldare i cuori di tutte le fedi” e di ricordare che la cura dell’ambiente e delle relazioni è anch’essa un atto di amore.

È stata, in tutto e per tutto, una serata che ha saputo tenere insieme bellezza e responsabilità, emozione e concretezza. Un Natale vissuto davvero con gli occhi del cuore, grazie a un Circolo che continua a credere nel valore della cultura come strumento di incontro e di cambiamento. Perché, come è emerso con forza, un Natale così non finisce con una cena: può davvero cambiare il mondo.

je-pa. sa.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore