"Non è un periodo felice per la nostra democrazia. In piena propaganda referendaria, si decide di istituire in Regione, una Commissione speciale per la revisione dello Statuto e lo si fa a maggioranza e con la nomina di soli rappresentanti della maggioranza". L'Altra Valle d'Aosta prende così le distanza dall'istituzione della Commissione Speciale per la riforma dello Statuto presieduta dall' unionista Claudio Restano. Una presidenza che puzza di contropartita per equilibri politici di maggioranza che si stavano sfilacciando.
"Il metodo è noto. Il Governo lo ha usato per fare la "sua" riforma della Costituzione, anche all'ipocrita refrain delle opposizioni 'non dialoganti' ci siamo ormai abituati". Vogliamo fare così anche per la revisione dello Statuto?" si chiedono Andrea Padovani e Carola Carpinello portavoce di L'Altra Valle d'Aosta.
"In questi anni di gestazione della riforma costituzionale, nulla si è fatto per stimolare una riflessione pubblica sul tema dell'autonomia. E ora, che si fa? Ci si chiude in conclave per elaborare soluzioni di parte? E quali soluzioni, se è permesso chiederlo? La revisione dello Statuto a Costituzione invariata? O a Costituzione variata, per effetto del sì al referendum?; cosa che naturalmente noi non ci auguriamo" commentano. I due portavoce si dicono poi "propensi a credere che ci sarà una preferenza per questa seconda opzione. Chissà perché, abbiamo il sospetto che dal camino del conclave usciranno solo, da qui al referendum, ambigui segnali sulla riforma costituzionale "brutta, centralista, ma necessaria.....".
Per L'Altra Valle d'Aosta "Se davvero si volesse fare un servizio ai valdostani, si aprirebbe un serio e ampio dibattito pubblico sul futuro delle autonomie (tutte), che questa riforma mette in discussione. Per farlo, bisognerebbe però uscire dalle stanze chiuse, e iniziate a raccontare alla gente a quale prezzo è stato in questi anni svenduto un ideale".