La procura di Aosta ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti i 15 indagati nell'inchiesta "Blu belga", il cui filone principale riguarda un presunto traffico di bovini piemontesi resi valdostani, nel 2015, grazie a marche auricolari e microchip rimossi da mucche autoctone.
Sono coinvolti allevatori, intermediari, commercianti e un veterinario: Guido Chaussod, di 62 anni, di Nus; Paolo Moussanet (54) di Challand-Saint-Victor; Mathieu Chabod (20) di La Salle; Gabriele Empereur (71) di Gressan; Ezio Chabloz (53) di Sarre; Paolo Consol (62) di Issime; Albein Bagnod (37) di Challand-Saint-Victor; Camillo Pecco (54) di Gressoney-Saint-Jean; Marco Cerise (38) di Sarre; Franca Marcoz (56) di Brissogne; Cassiano Treboud (42) di La Salle; Alfredo Girod (32) di Fontainemore; Leo Montrosset (45) di Jovencan; Piergiorgio Collegni (47) di Nus; Andrea Piatti (53), veterinario dell'Usl della Valle d'Aosta, di Andrate (Torino). Le indagini del corpo forestale valdostano sono state coordinate dal pm Luca Ceccanti.
A vario titolo sono contestati i reati di falso, soppressione di atti veri, violazione dei sigilli, violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale, maltrattamento e uccisione di animali, gestione di rifiuti non autorizzata, esercizio abusivo di professione.
Tra i fatti contestati dagli inquirenti emergono: almeno 10 bovini di razza "Blu belga" acquistati da aziende agricole piemontesi e resi valdostani con l'applicazione di marche auricolari e microchip rimossi da mucche autoctone, sei animali maltrattati e uccisi, 17 carcasse smaltite illecitamente, 38 forme di formaggio "insudiciate" e invase da parassiti.
Ma anche un veterinario dell'Usl valdostana (Andrea Piatti) indagato per non aver denunciato la falsificazione dell'origine di tre mucche e un allevatore (Alfredo Girod) accusato di aver somministrato illecitamente un farmaco a base di ormoni umani ai suoi bovini. Dopo la chiusura delle indagini, nell'ottobre 2015, alcuni indagati si sono sottoposti a interrogatorio.
Nell'udienza preliminare gli imputati potranno chiedere di essere processati con un rito alternativo (abbreviato o patteggiamento). Altrimenti spetterà al gup decidere per chi disporre il rinvio a giudizio (con il conseguente dibattimento in aula) e per chi il non luogo a procedere.