/ CULTURA

CULTURA | 05 gennaio 2016, 09:48

L’Epifania nel racconto breve di Laura Pellissier

L’Epifania nel racconto breve di Laura Pellissier

Visto che siamo in tema di Epifania, vorrei raccontarvi una  storia che ad ora pochi conoscono o forse io non  conosco.

Mia nonna materna era molto simile a me, ma inoltre , moltissimi anni fa mi  ha raccontato la storia della tradizione couronne du roi, che io faccio solo da alcuni anni.

La sera del cinque gennaio faccio uno o più dolci in sfoglia con un particolare ripieno, dentro il quale ci metto  avvolte un piccolo re in porcellana oppure un ciondolino d'imitazione diamante e ognuna delle persone che invito a casa, taglia un fetta del dolce e se trova l'oggettino diventa re o regina, la corona viene appoggiata su una delle torte sul tavolo con tovaglia regale e re magi meravigliosi. 

A chi diventa re o regina, metto la corona in testa, do un dono preparato in carta oro, e do inoltre un piccolo regalo ad ognuno degli ospiti. Il re o la regina, romperà il melograno per distribuirne chicchi ad ognuno in simbolo di prosperità e  ognuno accenderà una candela magica pensando ad un desiderio e poi accendiamo l'incenso in simbolo di purificazione.

Ma.. Come nasce la tradizione?

L'idea venne ad un re del sud Francia, ma non ricordo bene né il nome né il periodo, quando mise in discussione l'esistenza del quarto re magio. Decise d'invitare a corte tutto il popolo per chiedere cosa ne pensassero dell'esistenza del quarto re. Ma per far questo fece all'origine molte torte a base di  farina e lievito, ma venne criticato per lo spreco, allora i suoi cuochi inventarono la pasta sfoglia  con un ripieno. Decise successivamente di eleggere il quarto re, tra gli abitanti del villaggio, mettendo appunto un re nella torta, non convinto del parere del popolo. Perché tutto questo?

 Perché pare  che i re magi fossero partiti in quattro. Il quarto era Artaban.

Artaban, contrariamente a Melchiorre che portava l'incenso, che all'epoca gli ebrei bruciavano nel tempio per innalzare le loro preghiere (vedi couronne du roi) o a Baldassarre che portava l'oro in simbolo di regalità, nascita di un re, un messia, o a Gasparre che portava la mirra, perché secondo le sue previsioni da, veggente astrologo e dicono addirittura sensitivo (tutti e tre), diceva che quel bambino nato a Betlemme, sarebbe stato un guaritore e quindi la mirra, curativa.

Artaban decise di portare una perla uno zaffiro ed un rubino. Ma, durante il viaggio con  gli altri tre re magi, si perse per difendere un uomo vittima di un’agressione, al quale regalò lo zaffiro . Quando arrivò a Betlemme assistette alla strage degl'innocenti e quindi per salvare un bambino dalla strage,diede a Erode lo zaffiro.

Nel frattempo il Messia fuggiva in Egitto con i genitori.

Dopo un lungo percorso, si fermò a parlare con una signora la quale le disse che la Galilea era lontana e che l'uomo viveva lì, confermando ciò che già Artaban pensava, diede allora a lei la perla. Quando  arrivò da Gesù erano passati molti anni e ne assistette alla crocifissione.

E diventò poi  Artaban il primo dei cristiani, unendosi alla piccola folla che accompagnava Gesù al sepolcro.

Sembrerebbe anche che i re magi fossero invece partiti in cinque. Difatti il quarto, presumo non citato sul vangelo, sembra si chiamasse Ziba. Pare che questo re non avesse nessun dono, ma che nell'andare a prendere l'acqua per i cammelli, una volta giunti a Betlemme, vide che il riflesso della stella era rimasto nell'acqua. Allora lo portò in dono al piccolo Gesù.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore