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ATTUALITÀ | 19 febbraio 2015, 17:15

COMMERCIO: Aosta, bar e ristoranti con cucine e dehors fantasma

Chissà quanto costano l'installazione e soprattutto le autorizzazioni per questo dehors 'volante'

Chissà quanto costano l'installazione e soprattutto le autorizzazioni per questo dehors 'volante'

Aosta, città turistica con strutture ricettive di serie A e di serie B. Per non parlare di chi svolge attività di ristorazione pubblica senza avere le autorizzazioni necessarie.

Forse i Vigili dovrebbero verificare più attentamente la situazione, così come l'assessore comunale al Commercio. Certo non pensiamo che gli abusivi possano contare su amici e parentele nell'Amministrazione, però ci sembra che i controlli siano davvero poco efficaci.

Lo si può chiedere a qualunque gestore di locale pubblico: il regolamento sui dehors del Comune di Aosta è particolarmente restrittivo. 

Eppure proprio ad Aosta c'è chi si sente libero di organizzare il proprio dehors nel segno dell'anarchia totale, magari sfidando persino le sanzioni, pagate regolarmente per poter continuare a posare gazebo e infrastrutture come meglio si crede, anche in mezzo alla pubblica via. Il Codice della strada prevede che, dopo un certo numero di multe, sia ritirata la patente al trasgressore. Perchè questo non avviene nel settore commerciale, dove invece chi paga multe modeste puà continuare tranquillamente a a violare il regolamento? 

Tra i casi più eclatanti nel centro storico di Aosta: tavolini che invadono sedi stradali, fioriere e botti ingombranti posizionate sui marciapiedi, cartelli che indicano ingressi e menù collocati sui passaggi pedonali. Si tratta di un torto a danno dei gestori 'virtuosi' che devono, se presentano domanda, controllare i centimetri del proprio bar e ristorante, ma è un privilegio riservato, forse, agli 'amici degli amici' per i quali non esiste task-force comunale che verifichi la regolarità dei dehors fantasma, che compaiono al mattino e spariscono la sera.

Ma se i controlli a tappeto, chissà perchè, stentano a decollare, proseguono quelli 'mirati' a un locale piuttosto che a un altro, perchè c'è chi non può scaldare neanche un panino se non ha una cucina di venti metri quadrati e chi invece può permettersi di scolare la pasta nel lavandino attaccato alla macchina del caffé. Infatti, com'è possibile che certi esercizi non abbiano l'autorizzazione a preparare cibi da asporto in una cucina attrezzata di tutto punto ma priva di qualche centimetro di superficie, mentre c'è chi ha aperto di fatto un ristorante senza nemmeno i requisiti minimi in possesso del concorrente che non vanta amicizie altolocate.

aostacronaca.it

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