"Ferdinando ha salito il Monte Bianco certo un centinaio di volte, forse di più. Almeno 15 ascese ogni stagione. E' una delle mete più ricercate dagli appassionati che accompagna, e lui l'ha raggiunta da tutti i versanti, conosce a memoria gli itinerari". Così Alessandro Gogna, tra i massimi esponenti dell'alpinismo, contattato dall'Ansa spiega il rapporto che la guida alpina Ferdinando Rollando ha con la montagna su cui è disperso da mercoledì con un cliente francese di 15 anni.
Aggiunge Gogna: "Per dare un giudizio sulle condizioni della montagna di quel mercoledì mattina occorreva essere lì. E' a discrezione della guida la scelta se insistere o meno. Certamente se hanno lasciato il rifugio Gonella alle 5 un dubbio c'è: normalmente si parte prima".
Fino al dicembre scorso, Gogna ha collaborato ad Alpistan, la onlus italiana di cui Rollando è direttore e che si occupa di insegnare lo sci e l'alpinismo agli afghani anche nell'ottica di uno sviluppo del turismo locale. Un progetto che negli ultimi tempi "ha subito dei rallentamenti, per questioni legate ai fondi".
Rollando, originario di Sestri Levante, vive a Ollomont, ha 52 anni ed è anche architetto. Ha due figli, Ernesto e Virginia, che in questi giorni erano all'estero. "Rimpiango di avergli dato fiducia - ha detto all'Ansa Halim Mazouni, padre di Jassim, il giovanissimo cliente della guida -. Lo conosco bene, ormai da tre anni, mi aveva già portato sul Monte Bianco. Ma mercoledì mattina non c'erano le condizioni per salire. Mi chiedo perché Ferdinando l'abbia fatto. Un conto è andare da soli, ma perché portarsi mio figlio, perché?".
Uno sfogo arrivato dopo aver appreso dai soccorritori delle poche speranze di trovare in salvo il figlio. L'uomo, un manager della capitale francese, è arrivato ieri pomeriggio in Valle d'Aosta accompagnato dalla moglie e dall'altra figlia. Dopo la stop alle ricerche di oggi per il maltempo, ha lasciato l'eliporto di Courmayeur ed è tornato in Francia in attesa di nuovi sviluppi.
"Papà c'è stata una schiarita, saliamo al Monte Bianco". E' l'sms che Jassim ha scritto al padre alle 5 di mercoledì, appena prima di lasciare il rifugio Gonella. "I gestori ci hanno detto di averli visti per l'ultima volta alle 7.30 sul ghiacciaio, poi è arrivato il cattivo tempo", spiega l'uomo. Il figlio non era nuovo alle scalate dei quattromila, l'anno scorso aveva già affrontato il Monte Rosa.