La Resistenza al nazi-fascismo non fu solamente quella dei Partigiani in armi. Accanto ad essa vi fu un movimento di persone, non necessariamente collegate fra loro, che operarono per mettere in salvo gli Ebrei dalle leggi razziali e dalle deportazioni. A questo fenomeno è dedicato il libro curato da Maria Teresa Milano “Salvatori e Salvati.
Le storie di chi salvò gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale in Piemonte e in Valle d'Aosta”, che sarà presentato, in occasione della Giornata della memoria, sabato 25 gennaio alle 17,30, nella sala delle conferenze della Biblioteca regionale, di Aosta. L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta e dalle Edizioni Le Château, che hanno stampato il volume. Moderati da Nicola Alessi, titolare delle Edizioni Le Château, interverranno Silvana Presa, direttrice dell'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta, e lo storico Paolo Momigliano Levi.
“Salvatori e salvati” propone ai lettori un altro punto di vista :la Resistenza senza armi messa in atto da molti “gentili” per aiutare gli Ebrei perseguitati e in fuga, un altro aspetto che aiuta a ricostruire il complesso affresco degli avvenimenti e dei protagonisti della storiacontemporanea. Si tratta di memorie, spesso minime e non pensate per la loro pubblicazione, che restituiscono il ricordo di quanti, in Piemonte e in Valle d’Aosta come in molti altri luoghi d’Europa, hanno messo a rischio la propria esistenza a favore dei più deboli; una scelta né facile né condivisa dalle maggioranze di ogni tempo. Si tratta, tuttavia, di increspature della storia che, sebbene ci consentono di delineare meglio il suo corso e rappresentano l’incoraggiante evidenza di un contro-pensiero e di una controazione, non hanno inciso in maniera determinante sugli avvenimenti e i numeri legati allo sterminio degli ebrei, che bene conosciamo.
“Salvatori e salvati” non ha quindi lo scopo di diventare un facile lavacro delle coscienze, ma il mezzo per salvare delle memorie grazie alle quali l’ignavia e la colpa di molti è riscattata dal ricordo di quanti si sono prodigati per una causa “giusta”. Agostino Borio













