"Dieci anni fa, in qualità di assessore e capogruppo mi ero impegnato a tracciare una rotta per il rilancio del Borgo e l’idea era quella di aprire un albergo diffuso, oggi questo progetto viene abbandonato”. Fabio Marra lo ha denunciato in Consiglio Comunale.
All’epoca Marra aveva proposto che, con il Comune capofila, fossero messe in rete le case dei privati stimolandone il recupero, creando quindi indotto e rivitalizzando il Borgo.
Fu proposto di utilizzare l’immobile comunale, l’Ancienne Maison Comunale, per offrire tutti i servizi alberghieri comuni (dalla reception alle sale comuni), ma anche come “ufficio informazioni” della località, ospitando le attività artigianali che caratterizzano il paese mentre le case dei privati presenti nel Borgo, oggi disabitate, sarebbero diventate le camere di questo albergo diffuso.
Un modello collaudato che in Italia ha creato una vera e propria economia; anche perché, a differenza delle altre forme di ospitalità, le camere sono aperte e funzionanti tutto l’anno: lo stile di vita di un Borgo è unico e non ha stagionalità.
“Oggi questo progetto – spiegano i consiglieri di Partecipazione e Libertà - non è stato portato avanti, ma viene abbandonato. Siamo estremamente preoccupati per l’esito di questo bando! Un bando per chi non ha idee o per chi tenta di valorizzare aree o strutture marginali e in disuso”.
IL riferimento è al bando per l’utilizzo di immobili storici comunali.
Un bando che non ha previsto in alcun modo un confronto con i commercianti, gli albergatori e la popolazione in generale. Infatti, leggendo questo bando la domanda che ci si pone è: chiunque può utilizzare degli edifici storici?
“Pare di sì – rispondono i consiglieri - visto che non vengono valutate le competenze tecniche ed economiche dei proponenti, l’unica clausola prevista, è versare una cauzione di € 2.000,00”.
Per la minoranza gli immobili dovrebbero avere una destinazione legata al territorio e alla valorizzazione dei principali attrattori turistici, socio-culturali e naturali per “fare sistema”.
Ed invece nel bando è significativo che la proposta progettuale può spaziare dal presidio medico, fisioterapico sino alle attività e manifestazioni sociali, ricreative, culturali, creative, finalizzate ai servizi alla persona. Non è neppure previsto alcun obbligo, per l’aggiudicatario, di rendere fruibile l’immobile al pubblico considerando che l'edificio verrà vincolato fino a 50 anni.
Per la minoranza sono trascorsi cinque anni “dove non si è fatto nulla, ma ora si è trovato il tempo per legare mani e piedi alla prossima amministrazione, ma soprattutto a Donnas”.