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CRONACA | 25 gennaio 2019, 22:46

'Ndrangheta in Valle: Le minacce a Prettico, 'o i soldi o ti scippo la testa...'

Nicola Prettico

Nicola Prettico

'Ndranghetista sì ma, per usare il termine di un suo conoscente intercettato dai carabinieri, "'ndranghetista della domenica..." impacciato, fanfarone e piuttosto inaffidabile.

E' questo il ritratto principale che fa del consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico l'ordinanza di custodia cautelare del gip Silvia Salvadori nell'ambito dell'operazione Geeenna contro la 'ndrina valdostana. Nelle 920 pagine giudiziarie il nome di Prettico compare centinaia di volte ma spesso in circostanze grottesche, al limite della commedia. Dal tentativo di fondare una loggia massonica aostana sul modello 'Cavalieri di Malta' al mancato viaggio per informare un sodale dell'imminente arresto (e infatti il malcapitato è finito in carcere) fino all'insolvenza nei confronti di affiliati e loro amici, la figura di Prettico che emerge dall'inchiesta non è certo quella di un capo, semmai di un gregario poco rassicurante.

Durante un colloquio del gennaio 2016 tra un artigiano valdostano e Marco Di Donato, considerato dalla Dda presunto capo della locale di 'ndrangheta di Aosta, emerge che il consigliere comunale Nicola Prettico "si era recato in Calabria, a San Luca, per partecipare ad una riunione di 'ndrangheta" con un volo Torino-Lamezia Terme.  "L'espressione che utilizza Di Donato per riferire questo accadimento è inequivocabile -  si legge negli atti - egli, infatti, afferma che Prettico gli avrebbe detto la frase 'eh adesso che c'è l'incontro con la società', poco prima di partire". E "il termine 'società' o 'onorata società' è una delle modalità con cui viene indicata la 'ndrangheta". Scrive il gip che "dal dialogo emerge che Prettico abbia informato Marco Di Donato di avere intenzione di incontrare uno dei fratelli Nirta ('volevo andare a trovare tuo cugino')".

Il modo disincantato di organizzare un viaggio così delicato come se si trattasse di una vacanza stupisce e irrita Di Donato, che si sfoga con un artigiano valdostano: "Questo (Prettico, ndr) è un coglione pericoloso ma per lui ehi...Per lui...poi mi viene a dire a me (abbassa molto la voce) 'eh adesso che c'è l'incontro con la società'...e tu vai in Calabria con l'aereo?". Sempre più meravigliato e 'deluso' dal comportamento di Prettico, Di Donato si lamenta: "Vai in un locale per il riciclaggio e tu vai a mangiare e bere in Calabria, ma sei scemo? Con l'I phone? Con l'I Phone (strumento facilmente rintracciabile ndr)?". Dall'intercettazione emerge che i due "siano perfettamente a conoscenza delle regole di prudenza che ogni appartenente alla 'ndrangheta deve osservare" ma evidentemente non lo era Prettico.   

Pur membri dello stesso sodalizio, i fratelli Marco e Roberto Di Donato mal sopportano Prettico. I motivi di tale contrasto risalgono ad una mancanza che Prettico avrebbe commesso in passato, omettendo di far recapitare ad una persona non identificata una 'ambasciata' in Calabria, "impedendole così dì sottrarsi all'arresto in ragione della mancata ricezione dì tale informazione" specificano gli investigatori nell'ordinanza. E poi c'è una questione di soldi.

Prettico era amministratore unico pro tempore della dìscoteca 'Prince' di Quart e per alcuni lavori di ristrutturazione si era rivolto ad Andrea Elia, artigiano cognato di Antonio 'Tonino' Raso (titolare della pizzeria La Rotonda di Aosta, anche lui indagato e arrestato in quanto ritenuto tra i promotori della 'ndrina valdostana).

Circa un anno dopo l'apertura del locale, la società di Prettico non aveva ancora onorato tutti i debiti contratti. All'inizio del mese dì agosto 2016, visto che la situazione debitoria nei suoi confronti non aveva subito alcun miglioramento, Elia avvisava suo cognato Raso il quale gli suggeriva dì rivolgersi a Roberto Di Donato. Questi era già 'sulle tracce' di Prettico per un altro debito non saldato nei confronti di un artigiano suo amico. Intercettato, così Roberto Di Donato spiega di aver intimato a Prettico di onorare i suoi debiti: "Ti parlo per avvisarti, pagagli i soldi che gli devi dare ad Andrea, altrimenti (...) vengo e ti ''scippo' la testa, tu lo sai che lo dico e lo faccio! Dagli i soldi ah... prestateli, vai a spacciare, eh...prostituisciti... vai a dare i soldi ad Andrea perchè è come se li dovessi dare a me, vedi tu cosa devi fare...ti do due settimane di tempo...". Compari sì, dunque, ma evidentemente poco 'sodali'.

patrizio gabetti

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