Nonostante i numerosi interventi chirurgici e i tentativi disperati di salvargli l’arto, i medici non sono riusciti a evitare l’amputazione della parte inferiore della gamba sinistra dell’appuntato dei carabinieri Antonio Graziano, 42 anni, originario di Cosenza. Trasferito lunedì scorso al Cto di Torino per un ulteriore e delicato intervento, il militare ha dovuto affrontare l’esito più duro di una vicenda iniziata il pomeriggio del 15 dicembre, quando era stato volontariamente investito in un parcheggio di Lillaz, a Cogne, mentre prestava soccorso a una turista in panne con l’auto. Un gesto assurdo, improvviso, che ha cambiato per sempre la vita di un uomo in divisa che stava semplicemente facendo il suo dovere. Oggi Graziano è ricoverato nel reparto di rianimazione del Cto, ma le sue condizioni sono stabili e nei prossimi giorni sarà trasferito in reparto per iniziare il lungo percorso di degenza e riabilitazione. La donna che lo ha investito, Aurelia Marie Marini, cittadina francese di 41 anni residente a Sallanches, si trova agli arresti nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Aosta, con l’accusa di tentato omicidio.
A poche decine di chilometri di distanza, un altro fatto di cronaca ha lasciato sgomenta la comunità valdostana. È morta per annegamento Laura Vietri, 32 anni, residente all’Aquila, il cui corpo è stato trovato martedì scorso in un laghetto in località Pilaz, a Champoluc, in Val d’Ayas. Lo confermano i primi risultati dell’autopsia, eseguita nella mattinata di oggi, che escludono qualsiasi ipotesi di aggressione e parlano di un tragico incidente. Sul corpo della giovane donna sono state riscontrate piccole escoriazioni compatibili con una caduta dopo essere scivolata sul ghiaccio. Laura lavorava come stagionale in un locale della zona e non era rientrata, nella notte tra domenica e lunedì, nell’alloggio condiviso con alcuni colleghi. Proprio loro, preoccupati per il suo silenzio, avevano dato l’allarme. Il corpo è stato poi individuato da un escursionista che ha notato la sagoma nell’acqua. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione di Brusson e dalla compagnia di Châtillon/Saint-Vincent, mentre la relazione completa dell’autopsia sarà depositata in procura nelle prossime settimane.
Come se non bastasse, la mattinata di oggi si è aperta anche con la paura a La Thuile, dove un incendio è divampato nel complesso residenziale Le Col de Neige, in frazione Villaret. Le fiamme, partite dal tetto, hanno richiesto l’intervento immediato dei vigili del fuoco, supportati dai volontari. L’allarme è scattato intorno alle 9 e, fortunatamente, non si registrano feriti. Tutte le famiglie sono state fatte evacuare a scopo precauzionale, ma i piani alti dell’edificio risultano gravemente danneggiati e saranno con ogni probabilità dichiarati inagibili. «La situazione è sotto controllo», ha spiegato il sindaco di La Thuile, Mathieu Ferrarsi, mentre proseguivano le operazioni di messa in sicurezza.
Tre episodi diversi, avvenuti in luoghi simbolo della montagna valdostana, ma accomunati da un filo invisibile fatto di dolore, smarrimento e vulnerabilità. Giorni in cui la cronaca smette di essere un elenco di fatti e diventa racconto umano, lasciando dietro di sé ferite che, in alcuni casi, non si rimargineranno mai.













