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Consiglio Valle Comuni | 04 novembre 2025, 17:20

Spezzatino nel centrodestra: Orlando Navarra – Coordinatore di Noi Moderati Valle d’Aosta, spiega perché

Orlando Navarra, coordinatore di Noi Moderati Valle d’Aosta, analizza senza giri di parole la fragilità della nuova legislatura regionale e la crisi che attraversa il centrodestra valdostano

Orlando Navarra

Orlando Navarra

Dalla forzatura delle regole elettorali alla scelta del quarto mandato per Testolin, fino alle divisioni interne a Forza Italia, Navarra invoca chiarezza, coerenza e un regionalismo responsabile, lontano dai tatticismi e dalle scorciatoie politiche. Orlando, lei parla di una legislatura “nata fragile”. Perché?
“Perché nasce su una forzatura evidente. Dopo il referendum del 10 agosto si è deciso di applicare subito la nuova norma sulle tre preferenze alle elezioni del 28 settembre, nonostante il decreto di convocazione fosse già stato pubblicato. In diritto, le regole non si cambiano durante la partita. È una questione di principio, non di opportunità politica. Così si costruisce sulla sabbia, e ogni fondamento istituzionale diventa precario.”

C’è anche la questione del quarto mandato di Renzo Testolin. È un altro elemento di fragilità?
“Sì. Il parere del professor Nicola Lupo ha permesso a Testolin di ottenere un nuovo incarico, nonostante la legge regionale limiti a tre i mandati. È un precedente molto delicato, che rischia di aprire contenziosi. Se le regole possono essere piegate alle convenienze del momento, allora smettiamo di chiamarle regole.”

Sul piano politico, la situazione del centrodestra valdostano sembra altrettanto complessa.
“Lo è. Forza Italia, in questa fase, sta sbagliando prospettiva. Inseguire un posto di governo a ogni costo non è politica, è tattica di sopravvivenza. La politica vera è costruzione, non occupazione di spazi. O tutti al governo o tutti all’opposizione: la chiarezza è una forma di rispetto verso i valdostani. Presentarsi uniti alle urne e poi dividersi per qualche incarico mina la credibilità di tutto il centrodestra.”

L’articolo ANSA del 4 novembre parla di un vertice del centrodestra convocato da Forza Italia al quale nessuno ha partecipato. Come lo interpreta?
“Come la conferma di ciò che denuncio da tempo: la frattura è profonda. Nessuna delle altre forze – Lega, Fratelli d’Italia, UDC o Noi Moderati – ha partecipato. Questo isola Forza Italia e la allontana dal progetto comune. Qualcuno, a Roma, parla di ‘testa di ponte’, di ‘avanguardia’. Ma le vere avanguardie non rompono le coalizioni: le costruiscono, insieme.”

Che ruolo attribuisce oggi all’Union Valdôtaine?
“Resta il perno della politica valdostana, ma appare come un gigante dai piedi d’argilla. Ha vinto con un mix di promesse e radici, ma quando si promette troppo, la coesione interna si incrina. Le tensioni sulle nomine assessorili lo dimostrano. E se un giorno arrivasse una sentenza di annullamento del voto, la responsabilità politica sarebbe evidente. Potrebbe essere la fine di un ciclo.”

In chiusura: quale visione propone per la Valle d’Aosta?
“Serve una politica che torni a guardare in alto. Non piccole persone dai grandi appetiti, ma donne e uomini capaci di costruire. Essere regionalisti oggi significa unire, non dividere. L’autonomia non è un privilegio, è una responsabilità. E questo passa da regole chiare, fiducia reciproca e rispetto istituzionale. Senza queste basi, ogni governo è solo una parentesi.”

red/pol

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