L’assemblea dell’ Associazione Nazionale Magistrati, di cui Cesare Parodi è presidente, lancia la campagna referendaria per votare no alla separazione delle carriere e dei due Csm. Il documento unitario spiega: “L’ANM: non può restare inerte di fronte a una riforma che altera l’assetto dei poteri disegnato dai Costituenti… L’Alta Corte disciplinare è uno strumento di condizionamento dei magistrati; la separazione delle carriere indebolisce il giudice e avvicina il pm al potere esecutivo; il sorteggio dei componenti togati del Csm svuota la rappresentanza democratica e altera gli equilibri in favore della componente politica.
La sostanza della riforma, che va spiegata ai cittadini, è che non c’è una bega tra magistrati e politici ma una battaglia che riguarda la qualità della vita democratica di tutti.
L’Associazione Nazionale Magistrati e le opposizioni punteranno sulla politicizzazione del referendum e sul pericolo della svolta autoritaria: “il pm sotto l’esecutivo”, che favorisce politici e colletti bianchi, e magari rimarcando che la giustizia diventerebbe ancora meno uguale per tutti: già ora favorisce potenti e ricchi, già ora è giustizia di classe. Invece, la maggioranza di governo, con il grosso dell’apparato mediatico, costruirà la campagna sugli errori giudiziari, sulle lentezze della giustizia e sulla “casta” delle correnti: l’obiettivo di Palazzo Chigi è quello di puntare su una strategia popolare, incentrarla sugli errori giudiziari (dai casi di Berlusconi a Garlasco passando per Tortora), ma anche sui presunti privilegi della “casta” dei giudici fino alle “incrostazioni delle correnti”; tutto inquadrabile in un concetto semplice e comprensibile ai cittadini: “Chi sbaglia paga”.













