Alla fine restarono in due: Rocco e Girardini, come in una versione valdostana del duello al sole. Solo che qui, invece del deserto, ci sono i sanpietrini bagnati di piazza Chanoux e al posto delle pistole, post e promesse a raffica.
La fusciacca attende, ripiegata con cura, mentre la città si divide tra chi sogna il ritorno dell’ordine e chi vuole “l’onda del cambiamento” (possibilmente in lavatrice a 30 gradi).
Rocco sfoggia la calma di chi ha studiato ogni virgola del regolamento comunale e pure qualche citazione di don Milani per sicurezza. Girardini, invece, è la miccia dell’imprevisto: entusiasta, veloce, travolgente, e con quella passione da “facciamo tutto, ma domani mattina presto”.
Sotto i portici, le Betoneghe annusano l’aria:
“Sembra la finale di Champions tra la prudenza e l’improvvisazione. Ma senza arbitro.”
Nel frattempo, partiti e movimenti si muovono come al mercato del sabato: si pesano voti, si scontano promesse, si offrono sorrisi al chilo. Gli indecisi — specie protetta ad Aosta — oscillano tra “vediamo cosa dice mia zia” e “decido in cabina, come sempre”.
I retroscena, naturalmente, si sprecano: cene segrete, telefonate improvvise, pacche sulle spalle che durano troppo per essere sincere.
E mentre i due sfidanti parlano di città sostenibile, giustizia sociale e bilanci, il cittadino medio si chiede ancora:
“Ma la fusciacca è in cotone o in poliestere?”
Le note dal tombino 🕳️
📍 Nota n.1: Si racconta che un ex assessore stia preparando un “endorsement poetico” per il vincitore. Le Betoneghe lo hanno già ribattezzato “Sonetto in fascia maggiore”.
📍 Nota n.2: Una consigliera uscente ha dichiarato: “Io voto chi ama Aosta davvero”. Peccato che lo dica ogni cinque anni, a rotazione.
📍 Nota n.3: Il dibattito finale si annuncia acceso, ma le Sentinelle consigliano: portate popcorn e impermeabile. In caso di pioggia… di banalità.
“À Aoste, on ne choisit pas un maire, on choisit la taille du ruban. Et pendant qu’ils se battent pour la fusciacca, la ville continue à marcher sur des trottoirs cassés.”
(Ad Aosta non si sceglie un sindaco, si sceglie la taglia della fusciacca. E mentre loro litigano per la fascia, la città continua a inciampare sui marciapiedi rotti.)













