La bicicletta come motore silenzioso di una rivoluzione che non fa rumore, ma lascia segni concreti su salute, ambiente, turismo ed economia. È questa l’immagine che ha preso forma giovedì 18 settembre nel salone ducale del Municipio di Aosta, durante la tavola rotonda organizzata da Fiab Aosta à Vélo nell’ambito della Settimana europea della mobilità.
«Non saranno mille i benefici della bicicletta, ma sicuramente sono tanti» ha ricordato Natale Dodaro, presidente di Fiab Valle d’Aosta, aprendo i lavori e sottolineando come «la mobilità ciclabile non sia un vezzo ecologista, ma un pezzo di futuro concreto che riguarda tutti, dai giovani agli anziani, dai residenti ai turisti».
I numeri confermano l’intuizione. Corrado Luca Bianca, coordinatore nazionale di Assoturismo-Confesercenti, non ha avuto dubbi: «I dati del 2024 parlano chiaro: 89 milioni di cicloturisti in Italia con un impatto economico di 9,8 miliardi di euro e una crescita del 54% rispetto al 2023. Un turista italiano spende in media 134 euro al giorno, uno straniero quasi 200. È una miniera d’oro, a patto che pubblico e privato facciano sistema».
Un dato che trova eco nelle parole di Jeannette Bondaz, delegata ADAVA per il comprensorio di Aosta: «I turisti che arrivano in bici, o che vogliono noleggiarla sul posto, sono sempre di più. È una clientela attenta, che apprezza i servizi e la qualità del cibo. E soprattutto porta un vantaggio enorme: la destagionalizzazione. Riempiamo i mesi intermedi, quando possiamo proporre offerte migliori. Ma servono investimenti in spazi e infrastrutture: la rete ciclabile di Aosta è già un valore aggiunto, ma va potenziata».
Sul fronte pubblico, Elena Landi, funzionaria del Dipartimento trasporti della Regione, ha ricordato il ruolo fondamentale dei fondi europei: «La Regione ha adottato e ampliato il progetto Boudza-te nato a Charvensod, ha promosso navette per il trasporto bici sotto il Monte Bianco, ha dato impulso alla creazione di velostazioni negli snodi principali. È un investimento che genera ricadute economiche, ambientali e turistiche».
E proprio sull’ambiente si è soffermato Igor Rubbo, direttore generale di ARPA Valle d’Aosta: «La riduzione del traffico veicolare migliora la qualità dell’aria e riduce i gas climalteranti. Ma occorre anche un cambiamento culturale individuale: usare di più piedi, biciclette e trasporto pubblico. Le fake news vanno smentite con i dati scientifici: la bici è un mezzo economico, a zero emissioni, che nelle città congestionate fa pure risparmiare tempo».
La bicicletta come alleata della salute. Bruna Catuzzo, cardiologa dell’ospedale Parini, ha portato dati difficili da ignorare: «Studi su centinaia di migliaia di ciclisti dimostrano che pedalare riduce la mortalità generale, le malattie cardiovascolari, le complicanze del diabete. E basta poco: il tragitto quotidiano casa-lavoro è sufficiente per ottenere benefici. Inoltre, il ciclismo protegge dall’insorgenza di tutti i tipi di demenza».
Il cambiamento è anche culturale. Il laboratorio “Strada facendo”, curato dalle antropologhe Valentina Porcellana e Giulia Mascadri dell’Università della Valle d’Aosta, ha fotografato la percezione della pista ciclabile cittadina: «Abbiamo raccolto osservazioni sui paesaggi, i suoni, le interazioni tra mezzi e persone. Ne è uscita un’immagine sorprendentemente positiva: la ciclabile non è vissuta come un corpo estraneo, ma come parte integrante del tessuto urbano».
A tirare le fila, ancora una volta, Natale Dodaro (nella foto): «Questa è la nostra rivoluzione silenziosa. Non servono proclami, servono piccoli passi concreti. La bicicletta non cambia solo il modo di muoversi: cambia la qualità della vita. E ad Aosta, questa sfida, possiamo davvero vincerla».













