/ ATTUALITÀ

ATTUALITÀ | 16 settembre 2025, 12:05

Il diavolo e l’acquasanta: quando la politica diventa un cocktail di alleanze impossibili

Tra salti della quaglia, cambi di casacca e alleanze improbabili, la politica continua a sorprenderci con miracoli che nessun’altra disciplina al mondo saprebbe compiere. Ma dietro i sorrisi e i cocktail elettorali resta una verità amara: l’elettore non è più un cittadino da rispettare, bensì un semplice voto da collezionare

Il diavolo e l’acquasanta: quando la politica diventa un cocktail di alleanze impossibili

Credo che la politica abbia in sé qualcosa di miracoloso. Nulla al mondo, a mio avviso, riesce a compiere simili magie come la fatidica poltrona politica. A volte la chiamiamo semplicemente salto della quaglia, altre volte cambio di casacca, ma se andiamo a scavare a fondo scopriamo scenari da non credere.

Capita così di vedere, sotto lo stesso braccio, appartenenti alla comunità LGBT che vanno a braccetto con politici che non nascondono simpatie per personaggi come Charlie Kirk – vittima di violenza in America, ma pur sempre portatore di un pensiero intriso di odio verso musulmani, neri, non cattolici e donne. Per lui, una donna nera valeva meno di una bianca, e le donne violentate non avrebbero dovuto abortire, nemmeno se fosse capitato a sua figlia.

Parafrasando la frase ormai mitica di Blade Runner, potremmo dire: «Ho visto cose che voi umani nemmeno immaginate...». Ho visto ex comunisti trasformarsi in accaniti moderati, difensori delle “isole felici”, diventare improvvisamente globalsovranisti. Ciò che fino a ieri era impensabile, oggi è realtà.

Spesso certi schieramenti politici vengono definiti armate Brancaleone, e non a caso: dentro ci si trova di tutto, senza nulla in comune se non la sete di sopravvivenza. Chi di noi non ha assistito a gazzarre televisive, con protagonisti pronti quasi a venire alle mani, salvo poi ritrovarli oggi immortalati sorridenti, gaudenti, felici. Manca solo il bacio a suggellare l’unione, e il gioco è fatto.

Oddio, a pensarci bene, un bacio storico in politica italiana c’è stato: quello di Carlo Calenda a Enrico Letta. Ma si sa, i colpi di fulmine in politica durano meno di quelli in amore.

E così anche in Valle d’Aosta vediamo la politica trasformarsi in un frullato. Non di idee, progetti o programmi – quelli sono sempre gli stessi di quarant’anni fa – ma di persone. Nel nuovo blender elettorale finiscono ex forzisti, con un goccio di moderati, una spruzzata di leghisti e un pizzico di democratici, giusto per dare colore, come fa la granatina in un cocktail.

Sia chiaro: tutti hanno diritto a fare politica e a partecipare alla competizione elettorale. Il punto non è il diritto a partecipare, ma il dovere – ormai scomparso – di rispettare l’elettore. Oggi l’elettore non è più un cittadino con diritti a cui il politico promette qualcosa: è solo un voto su una scheda. Per dirla semplice: tu dammi il voto e poi sparisci.

Non a caso in Costituzione si parla di libertà di associazione e di libertà di mandato parlamentare. Ma i nostri padri costituenti non potevano immaginare le future generazioni di politici, capaci di trasformare il cambio di casacca in un mercato redditizio, ma vergognoso.

Un piccolo dato: dal 2018 al 2022 ci sono stati oltre 400 cambi di gruppo parlamentare, che hanno coinvolto quasi 300 parlamentari. Pier Ferdinando Casini, con i suoi sei cambi di partito, detiene probabilmente il primato. Ma a dare il peggio di sé sono forse stati i volti noti dello spettacolo, dell’editoria e della televisione, entrati in politica senza alcun interesse reale per essa. Anche in Valle d’Aosta potremmo stilare un bell’elenco in merito.

In un’intervista Rino Formica disse che la politica era “sangue e merda”. Oggi mi viene da pensare che il sangue sia quello dei cittadini, e che oltre a versarlo, ai politici tocchi anche mangiarlo.

Vabbè, non mi dilungo oltre. Buon voto a tutti.

vittore lume-rezzoli

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore