Il tema della chiusura del Traforo del Monte Bianco entra con forza nel dibattito politico valdostano. Dopo le ipotesi avanzate dal direttore del traforo, Maurizio Rigacci, che ha parlato di possibili chiusure totali o parziali di lunga o media durata per consentire i lavori di messa in sicurezza e adeguamento dell’infrastruttura, Valle d’Aosta Aperta prende posizione invocando una condivisione delle scelte con la comunità valdostana e le sue istituzioni.
«Anziché perdere tempo a sostenere la destra nazionalista e centralista contro i comuni savoiardi del versante francese – affermano Alexandre Glarey, già attivista per la difesa del Monte Bianco, ed Elisa Tripodi, ex deputata – la Giunta regionale dovrebbe impegnarsi per definire con il GEIE, Roma e Parigi un cronoprogramma che riduca il danno per gli operatori valdostani e che garantisca delle adeguate finestre per non interrompere i rapporti transfrontalieri, non solo economici, tra Valle d’Aosta e Savoia».
Secondo il movimento, la priorità non deve essere la contrapposizione politica ma la ricerca di soluzioni praticabili, capaci di limitare le conseguenze della chiusura sull’economia regionale e sui legami con la Savoia. Valle d’Aosta Aperta annuncia di voler portare avanti questa battaglia a partire dal 29 settembre, con l’obiettivo di trasformare la discussione tecnica in una scelta politica condivisa e trasparente.











