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ATTUALITÀ | 17 agosto 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano

Velina Rossonera e Arcobaleno

C’è un posto in rue De Tillier dove le Betoneghe trovano finalmente pace: La Cave. Da lì, con un bicchiere in mano e l’aria di chi ne sa più degli altri, hanno scovato un punto di osservazione strategico. Pare che da certe sedie si possa vedere mezzo Consiglio regionale senza nemmeno salire le scale di piazza Deffeyes. Non si sente meglio di un telescopio, ma almeno ci scappa anche l’aperitivo.

E mentre in Sicilia gli striscioni recitano “Lega Salvini e lascialo legato”, qui in Valle la fantasia non manca: c’è chi vorrebbe appendere lo stesso cartello fuori dal municipio, sostituendo il nome con quello di certi aspiranti candidati che già si contendono la fascia come fosse un prosciutto da grigliare all’ultima brace di Ferragosto. Con lunedì infatti, finite le salamelle e le feste campestri, si apre il mercato vero: quello delle liste, delle promesse sussurrate e dei sorrisi tirati a lucido.

Già si vedono consiglieri e futuri sindaci improvvisarsi maratoneti, correndo da una panchina all’altra per contare chi sta con chi. Alcuni puntano alle alleanze come si punta il carrello della spesa, altri pensano più in grande, immaginandosi vicesindaci già pronti a distribuire deleghe come bomboniere. Ma tra un brindisi e una stretta di mano, la verità è che a Palazzo non si parla d’altro: chi sarà dentro e chi resterà fuori? La risposta, come sempre, la daranno le notti di fine estate, quando i fuochi d’artificio illumineranno più i telefoni che il cielo.

Intanto, tra i corridoi e le chat segrete, spuntano i primi gossip: un sindaco che non resiste alle sirene della ricandidatura, un consigliere che prova a sembrare giovane abbassando di dieci anni la foto profilo, un assessore che studia come riciclarsi per non dover tornare al vecchio lavoro (che, a detta di molti, non era nemmeno male). E c’è pure chi giura di aver visto un veterano politico comprarsi un’agenda nuova: segno che non ha nessuna intenzione di mollare la presa.

Nel frattempo, i gatti a Cogne spariscono e la sanità litiga sugli stipendi, ma su questi dettagli le Betoneghe preferiscono sorvolare: più facile occuparsi delle carriere degli uomini che dei problemi della gente. Tanto, in fondo, il teatrino funziona sempre uguale: luci basse, battute scontate e applausi finti.

Firmato Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe

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