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Consiglio Valle Comuni | 16 agosto 2025, 19:33

Carcere di Aosta, Radicali: “Polizia Penitenziaria interrompe la nostra conferenza stampa”

Una visita istituzionale si trasforma in un caso politico: i Radicali denunciano l’intervento della Polizia Penitenziaria che ha interrotto il loro punto stampa davanti al carcere di Aosta. Tra condizioni psichiatriche drammatiche e carenze strutturali, l’ufficio stampa radicale punta il dito contro un sistema detentivo al collasso

Carcere di Aosta, Radicali: “Polizia Penitenziaria interrompe la nostra conferenza stampa”

Un punto stampa davanti al carcere di Aosta si trasforma in uno show involontario: i Radicali denunciano l’intervento della Polizia Penitenziaria, tra censura, isolamento dei detenuti e paradossi istituzionali. Lo spettacolo della burocrazia che soffoca la trasparenza.

Se l’ufficio stampa radicale avesse voluto fare una sceneggiatura teatrale, difficile che avrebbe inventato qualcosa di più grottesco. “Come di consueto, dopo la visita al carcere di Brissogne, abbiamo tenuto un punto stampa davanti all’ingresso dell’istituto… Eppure, dopo le prime interviste, la Polizia Penitenziaria ha interrotto la conferenza e allontanato la nostra delegazione”, racconta la nota dell’ufficio stampa radicale, con una freddezza che stride con il surreale della scena: giornalisti e politici respinti come se l’aria stessa del carcere fosse vietata.

Da questo siparietto, emerge il paradosso più amaro: davanti allo stesso cancello dove pochi giorni fa il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro rilasciava interviste senza problemi, i Radicali vengono censurati. Come commenta l’ufficio stampa radicale, “Da sempre, dopo le visite, parliamo davanti agli istituti per raccontare le condizioni delle carceri italiane: oggi ci è stato impedito. Questa azione non può passare inosservata”, parola di Filippo Blengino, Segretario di Radicali Italiani.

Ma il dramma non è solo teatrale, è anche concreto: la situazione psichiatrica dei detenuti è descritta dall’ufficio stampa radicale come “intollerabile”, tra isolamenti arbitrari, carenze di personale e problemi strutturali che sembrano usciti da un manuale del disastro amministrativo. “Servono provvedimenti urgenti, prima che sia troppo tardi”, conclude la nota, e a leggere tra le righe sembra un grido di allarme più che una richiesta civile.

Il paradosso si fa politico: alla visita partecipano figure istituzionali di spicco, tra cui Luca Tonino (Segretario regionale PD), Bianca Piscolla (Giunta Radicali Italiani), Paolo Cretier e Andrea Padovani (Consiglieri regionali), Clotilde Forcellati (Assessore Comune di Aosta), Flavio Martino (Più Europa), Cecilia Lanzarotto (Consigliera comunale Aosta), Giuseppe Rollandin (PD). Eppure, nemmeno questa presenza di peso impedisce alla Polizia Penitenziaria di trasformarsi in un censor ufficiale.

In definitiva, come sottolinea l’ufficio stampa radicale, il carcere di Aosta diventa una cartina al tornasole della contraddizione istituzionale: la retorica della legalità si scontra con il silenzio forzato, la trasparenza con l’arbitrio, la promessa di sicurezza con la gestione caotica del malessere psichiatrico. La conferenza interrotta diventa così un episodio-simbolo, quasi comico nella sua tragicità: mentre il sistema si autocelebra, la realtà dei detenuti resta invisibile, e chi prova a raccontarla viene allontanato.

Insomma, dietro le grate, tra burocrazia e divise, si gioca uno spettacolo che nessuno avrebbe voluto scrivere, ma che l’ufficio stampa radicale racconta con precisione chirurgica: una vera “Velina Rossonera” sullo stato della giustizia valdostana, tra applausi assenti e silenzi imposti.

3 verità dure emerse dalla nota dell’ufficio stampa radicale

Censura in piena regola: la Polizia Penitenziaria interrompe conferenze e allontana delegazioni politiche, ignorando la presenza di esponenti di peso.

Sistema psichiatrico al collasso: isolamenti arbitrari e gestione insufficiente del disagio mentale dei detenuti, tra carenze di personale e strutture inadeguate.

Paradosso istituzionale: mentre alcuni politici ottengono interviste senza problemi, chi denuncia criticità concrete viene stoppato, tra silenzi e arbitrio.

"À Aoste, la transparence semble être un luxe que la bureaucratie carcérale ne peut pas se permettre. Les Radicali nous rappellent que derrière les portes verrouillées, la réalité ne disparaît pas, elle attend juste d’être entendue."

je.fe.

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