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Aosta Capitale | 04 agosto 2025, 12:00

Aosta: 1700 multe lievitate e mai notificate: AVCU presenta esposto. Il Comune sapeva e non ha agito

l consigliere di AVCU Ettore Vuillermoz ha depositato un esposto in Procura denunciando presunti danni economici causati a centinaia di cittadini. L’Amministrazione comunale – con l’assessore al Bilancio e Tributi in testa – viene accusata di aver ignorato i segnali d’allarme e di non aver tutelato i cittadini, nonostante l’ammissione del problema da parte della stessa vicesindaca Josette Borre. La vicenda riguarda la gestione delle notifiche delle multe, spesso mai ricevute ma comunque gravate da rincari spropositati

Ettore Vuillermoz dell'Avuc, autore del dettatglaito esposto

Ettore Vuillermoz dell'Avuc, autore del dettatglaito esposto

Mille e settecento cittadini, forse più. Tanti sarebbero i contribuenti di Aosta che, secondo quanto riportato nell’esposto dal consigliere dell’Associazione Valdostana Consumatori AVCU, Ettore Vuillermoz, si sono visti recapitare multe salatissime per presunte violazioni del Codice della strada… senza aver mai ricevuto alcuna notifica precedente. Non una raccomandata, non un avviso di giacenza, niente. Solo un "ultimo avviso", spesso con posta semplice, che raddoppia o triplica l’importo originario. Un esempio su tutti: da 29 euro per un’infrazione legata alla sosta a pagamento si passa a oltre 107 euro, senza alcuna possibilità di contestazione.

L’esposto, rivolto alla Procura della Repubblica di Aosta, parte da una premessa gravissima: il Comune di Aosta – attraverso la società SEND incaricata delle notifiche – avrebbe affidato o subappaltato le notifiche cartacee a un altro soggetto non meglio identificato che, secondo l’associazione, non ha adempiuto correttamente agli obblighi di legge. Il risultato? Cittadini colpiti due volte: prima dall’inefficienza dell’amministrazione, poi dal salasso economico delle sanzioni aumentate.

Ma a rendere tutto ancor più clamoroso è un fatto: la stessa vicesindaca e assessora con delega ai Tributi, Josette Borre, era a conoscenza della situazione. Durante un incontro con AVCU, ha ammesso che i cittadini coinvolti sarebbero oltre mille, forse addirittura 1.700. Lo ha detto. Lo ha confermato. Eppure, il Comune non ha bloccato nulla. Nessuna sospensione dei pagamenti, nessun congelamento delle iscrizioni a ruolo. Anzi: avanti tutta, con l’ufficio tributi a far partire nuove cartelle e solleciti, come se nulla fosse.

AVCU non ci sta. E nel documento inviato alla Procura parla chiaro: "Tale omissione, salvo eventuali aspetti di false o non veritiere attestazioni da parte degli agenti notificatori, ha comportato danni economici diretti ai cittadini". Si tratterebbe, secondo Vuillermoz, di un vero e proprio corto circuito amministrativo, aggravato dalla mancata reazione del Comune e dalla superficialità – per usare un eufemismo – nella gestione del problema. Secondo AVCU, infatti, era dovere del Comune attivarsi sin dalle prime segnalazioni, fermare la macchina sanzionatoria e accertare la verità. E invece nulla: si è lasciato che la macchina burocratica travolgesse centinaia di cittadini, molti dei quali – si legge nell’esposto – hanno pagato per non vedersi ulteriormente perseguiti.

Una mozione approvata dal Consiglio comunale chiederebbe ora di "fare chiarezza" sul caso. Ma – ed è qui che l’esposto picchia duro – non vi è traccia di un intervento immediato per sospendere le iscrizioni a ruolo, né di un meccanismo di indennizzo per i cittadini colpiti da un disservizio che, se accertato, rischia di configurarsi come un abuso. Perché, come scrive Vuillermoz, "pensare che 1.700 cittadini abbiano mentito è francamente del tutto inverosimile".

L’associazione dei consumatori rincara la dose proponendo una semplice e chiara verifica: confrontare i dati delle notifiche andate a buon fine negli anni precedenti con quelli successivi all’esternalizzazione del servizio alla SEND. Basterebbe questo, secondo l’associazione, per avvalorare statisticamente le irregolarità. Eppure nessuno, finora, pare averlo fatto. O almeno: nessuno ha comunicato i risultati. Il Comune tace, mentre i cittadini pagano.

Nel frattempo, AVCU si dice pronta a mettere a disposizione della Procura testimonianze e documenti raccolti, e invita formalmente i magistrati a procedere con gli accertamenti. Vengono già indicati anche i primi nomi di cittadini che potrebbero essere sentiti come informatori: Lara Camputaro Lavorgna, Stefania Corsi, Pina Perri, tra i tanti che si sono rivolti all’associazione, ma altri hanno già contattato diverse sigle del panorama consumeristico.

Ciò che viene contestato, in fondo, è qualcosa di semplice ma devastante per la fiducia nel sistema: la rottura del patto tra istituzione e cittadino. La notifica di una sanzione non è solo un atto tecnico: è il presupposto fondamentale per poter esercitare un diritto di difesa. Quando salta questo passaggio, quando manca trasparenza, quando le amministrazioni esternalizzano senza controllare, il cittadino non è più un soggetto da tutelare, ma un bersaglio da spremere.

E se la Procura accerterà che le mancate notifiche sono frutto di una catena di responsabilità e omissioni, la posizione del Comune – e in particolare dell’assessora con delega ai Tributi – rischia di farsi pesante. Perché a quel punto non si potrà più parlare di disguido. Ma di una precisa, colpevole scelta di non vedere.

red

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