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INTEGRAZIONE E SOLIDARIETÀ | 04 dicembre 2025, 09:12

Il Comune di Aosta incontra il Terzo Settore: Gheller e Rocco vogliono costruire il nuovo welfare di comunità

Dal dialogo con associazioni e volontari sono emerse emergono idee, progetti e una visione condivisa. Gheller: «Le politiche sociali sono cultura, relazione e rispetto: camminiamo insieme»

Marco Gheller

Marco Gheller

Quello di martedì 3 dicembre non è stato un incontro qualunque. Nel Salone Ducale, gremito e vivo come non si vedeva da tempo, amministrazione, associazioni, volontari, cooperative e realtà sportive si sono guardati negli occhi e si sono parlati. Senza formalismi. Senza quelle distanze che spesso trasformano i tavoli istituzionali in monologhi.

A fare da ponte tra istituzioni e volontariato, il sindaco Raffaele Rocco e soprattutto l’Assessore alle Politiche Sociali Marco Gheller, titolare anche di Politiche abitative, Coesione, Mediazione culturale, Presidi di comunità — le biblioteche come nuovi spazi di relazione — e abbattimento delle barriere architettoniche. Un ruolo ampio, ma soprattutto una visione. Ed è proprio quella che si è percepita a più riprese nel suo intervento: politica sociale come cultura, inclusione, capacità di costruire luoghi e non solo servizi.

«Il welfare non è un elenco di prestazioni – ha esordito Gheller – è un modo di vivere la comunità. Per questo dobbiamo progettare insieme: chi opera sul territorio conosce i bisogni e spesso ha già trovato soluzioni concrete. Noi dobbiamo ascoltare e lavorare in squadra».

Gheller ed il sindaco Rocco

L’annuncio della nuova sede del CSV nel quartiere Cogne ha strappato i primi sguardi d’intesa tra i presenti: «Spostare il volontariato al centro della vita quotidiana – ha spiegato l’Assessore – significa riconoscergli visibilità e ruolo. Il volontariato non è un servizio esterno: è parte del motore sociale della città».

Più che un trasloco, l’idea è sembrata un cambio di paradigma: un presidio civico laddove le relazioni nascono, si intrecciano, a volte confliggono ma quasi sempre si ricompongono attorno a una sedia, un tavolo, una storia.

Il tema dell’invecchiamento è stato affrontato senza retorica: «La longevità è una conquista e un impegno — ha sottolineato — e il Centro Brocherel dovrà essere un tassello strategico del sistema regionale della cura».

L’obiettivo è chiaro: affidamento dei lavori entro fine 2025 e un centro che guardi alla persona, non solo al bisogno. «Non basta migliorare i servizi – ha aggiunto – dobbiamo reinventare i modi per stare accanto agli anziani. Cultura, movimento, formazione, incontro: l’età non deve mai essere sinonimo di isolamento».

Famiglia, nido, scuola dell’infanzia, primaria: un percorso unico e non tra “compartimenti stagni”. L’Assessore l’ha definito «un percorso che accompagna, non che sballotta». Idee chiare: fluidità, continuità, ascolto. «Prendersi cura delle famiglie quando un bambino nasce – ha detto – è il modo migliore per prevenire tante fragilità future. Il sociale non arriva quando c’è un problema: il sociale è presente quando i problemi si possono evitare».

L’affermazione più netta è arrivata verso la fine, come una dichiarazione d’intenti: «Il sistema del welfare non regge senza Terzo Settore. Per questo vogliamo co-programmare, co-progettare e costruire relazioni stabili e trasparenti. Non chiediamo solo di aiutare: chiediamo di pensare con noi».

Un passaggio accolto con un mormorio di approvazione: associazioni di promozione sociale, cooperative, network di volontariato, protezione civile. Tutti parte di quel puzzle complesso chiamato comunità.

Oltre i progetti — importanti, concreti, monitorabili — ciò che si è percepito nel Salone Ducale è stata una dimensione culturale: che il sociale non è “una spesa”, ma un investimento collettivo. Che una biblioteca può essere un presidio di relazione. Che eliminare una barriera architettonica è un atto di civiltà, prima che un intervento edilizio.

«Il futuro sociale – ha concluso Gheller – lo costruiamo se ognuno porta il proprio pezzo: istituzioni, volontariato, famiglie, imprese. Non c’è comunità senza corresponsabilità».

Il Terzo Settore attento agli indirizzi del sindaco e dell'assessore

Martedì, questo concetto non è rimasto sulla carta: si è visto nei volti, nelle strette di mano, nei taccuini pieni di appunti. È sembrato — cosa rara — che l’incontro fosse davvero l’inizio di un percorso, non la celebrazione di uno già compiuto. E quando le politiche sociali profumano così tanto di umanità, Piero, vuol dire che la direzione è quella buona.

pi.mi.

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