Un’intera sala odontoiatrica, completa di poltrona, strumenti professionali e attrezzature, è partita dalla Valle d’Aosta alla volta dell’Ucraina grazie alla Fondazione comunitaria, all’associazione Life Share e al coordinamento del medico rianimatore Marco Sarboraria, da anni in prima linea nelle missioni umanitarie.
La storia di questa nuova spedizione umanitaria verso l’Ucraina parte da lontano, ma si concretizza in un gesto molto semplice: «Una poltrona può diventare un gesto di cura», racconta chi ha seguito da vicino l’operazione. E non si tratta di una poltrona qualunque, ma di un intero studio odontoiatrico completo, donato alla Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta da un dentista torinese attraverso il tramite dell’associazione Life Share, la realtà guidata da Graziano Crepaldi, attiva anche con una sede operativa a Saint-Pierre.
Il carico, arrivato in questi giorni oltre il confine ucraino, comprende una sala odontoiatrica Castellini del 1995, acquistata a suo tempo da Luciani: un riunito completo con gruppo mobili e due servomobili Tavon, tre turbine e due contrangoli a fibra ottica, frese per uso anche implantare, una sterilizzatrice a pallini, un’autoclave Euronda, un apparecchio radiografico per la diagnostica, cassettiere dedicate all’endodonzia, strumentazioni elettromedicali e materiale per impronte. Insomma, tutto quello che serve per rimettere in funzione un ambulatorio vero, operativo, pronto ad accogliere pazienti che vivono in zone dove l’accesso alla cura dentale è ormai un lusso.
A coordinare l’intera spedizione è stato ancora una volta Marco Sarboraria, il medico rianimatore di Nus diventato, negli ultimi due anni, un punto fermo per le missioni umanitarie valdostane. Sarboraria è la persona che, senza mai fermarsi, tiene insieme convogli, volontari, mezzi e bisogni. «La Valle ha un cuore grande, e quando serve risponde», ripete spesso. Dopo tonnellate di materiali, ambulanze riconvertite, farmaci e dispositivi sanitari inviati nei mesi scorsi nelle zone colpite dalla guerra, anche questa dotazione odontoiatrica si inserisce nel solco di un percorso iniziato anni fa, quando le missioni portavano aiuto in Madagascar, nei Balcani e in altri Paesi segnati da crisi sanitarie e sociali.
Fondamentale anche il supporto del progetto “Riattivazioni”. Roberto Presciani e Diego Joyeusaz hanno seguito passo passo il recupero e la preparazione della strumentazione prima della partenza. Hanno verificato, selezionato, sistemato ogni pezzo, garantendo che tutto fosse pronto per un nuovo ciclo di vita. «Riattivare significa dare una seconda possibilità alle cose, ma soprattutto alle persone», raccontano.
E poi c’è il punto di vista della Fondazione comunitaria, che con questa operazione ha voluto ribadire il valore della collaborazione. Patrik Vesan, segretario generale, lo dice con parole che arrivano dritte: «Questa operazione dimostra ancora una volta quanto la collaborazione tra professionisti, associazioni e cittadini possa trasformarsi in aiuto concreto per chi vive in contesti fragili. Una strumentazione che qui sarebbe stata dismessa potrà continuare a generare valore, diventando cura, dignità e vicinanza per molte persone. Insieme si è più forti, sempre. E questo grazie all’importante collaborazione con Life Share».
E alla fine, al di là dei numeri, dei modelli tecnici, dei convogli e dei chilometri, resta l’immagine di una poltrona che attraversa l’Europa non per comodità, ma per curare. Una poltrona che in Valle avrebbe trovato la strada della dismissione e che invece, in un angolo martoriato dell’Ucraina, tornerà ad accendere una luce. Una di quelle piccole luci che, sommate, fanno la differenza.














