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CRONACA | 25 novembre 2025, 10:08

La caserma della Benemerita si accende di arancione: dalla Valle d’Aosta un segnale che non vuole più silenzi

Ad aosta la sede del gruppo carabinieri si illumina di arancione per ricordare che la violenza sulle donne non è un fatto lontano ma un problema vivo, quotidiano. numeri locali stabili, ma ancora troppo alti. intanto, a livello nazionale, l’arma ribadisce l’impegno con campagne, servizi dedicati e una rete di ascolto che punta a rompere la paura

La caserma della Benemerita si accende di arancione: dalla Valle d’Aosta un segnale che non vuole più silenzi

Ogni anno il 25 novembre si riparte da qui: dalla Valle d’Aosta, piccola ma non immune, dove la caserma “edoardo alessi” vede tornare quella luce arancione che grida una cosa semplice e terribile allo stesso tempo: c’è ancora bisogno di ricordarlo. C’è ancora bisogno di dire “denunciate”. C’è ancora bisogno di un segnale forte perché la violenza non molla la presa.

Anche nel nostro territorio, infatti, la situazione non cambia molto. Trend stabile, sì, ma stabile non è una bella parola quando parliamo di violenza. Nel 2025 i carabinieri hanno già effettuato 92 interventi legati a episodi di maltrattamenti, stalking, atti persecutori, percosse. Erano 111 nel 2024. Un calo? Forse. O magari solo la punta dell’iceberg. Le denunce arrivano solo quando la paura cede un po’, quando la pressione diventa insostenibile, quando resta l'ultimo spiraglio: farsi aiutare.

Sul fronte repressivo i numeri raccontano la stessa storia: 67 persone denunciate, 13 arresti in flagranza, 23 misure cautelari. Numeri quasi fotocopia dell’anno precedente. Ma ogni cifra è una storia. E ogni storia poteva finire peggio.

La luce arancione della caserma non è dunque un orpello estetico, ma il simbolo di una porta aperta. L’invito è sempre lo stesso: farsi avanti, fidarsi, denunciare. E non è un caso che l’Arma, nella sua comunicazione nazionale, batta forte proprio su questo tasto.

Il messaggio nazionale: “no” a ogni forma di violenza e una rete che cresce

Quest’anno l’Arma dei Carabinieri ha messo in campo una campagna ampia, che punta a scuotere anche chi pensa che sia “solo una questione privata”. Spot, testimonianze, materiale informativo, iniziative nelle scuole: tutto per ripetere che la violenza, fisica o psicologica, non è mai un fatto domestico, ma un reato.

La partecipazione dell’attrice Cristiana Capotondi nello spot istituzionale porta l'attenzione su parole che troppo spesso mancano: rispetto, ascolto, legalità. E soprattutto, sulla necessità di un cambiamento culturale che non sia solo di facciata.

Le caserme illuminate di arancione in tutta Italia completano il quadro: un gesto visibile, immediato, che accomuna un impegno costante.

Ma non c’è solo simbolismo. C’è anche sostanza.

L’Arma ha attivato negli anni una serie di strumenti che molti cittadini non conoscono, e che invece sono già operativi:

la Sezione Atti Persecutori, che studia i casi e aiuta a definire strategie efficaci;
la rete nazionale di monitoraggio della violenza di genere, composta da personale formato ad hoc;
le “stanze tutte per sé”, ambienti protetti dove le vittime possono raccontare la loro storia senza paura;
gli smartwatch del progetto Mobile Angel, dispositivi che permettono di inviare un allarme immediato alle centrali operative dell’Arma;
– corsi con psicologi, formazione continua, strumenti investigativi avanzati.

Non è tutto: sul sito dei Carabinieri viene segnalata una sezione dedicata al “Codice Rosso”, con informazioni utili e persino un violenzametro, un test che aiuta a capire se una relazione contiene già elementi pericolosi.

Perché il fenomeno non accenna a diminuire. A livello nazionale, i reati del Codice Rosso perseguiti dall’Arma sono passati da 57.656 del 2023 a 60.972 nel 2024. Nei primi nove mesi del 2025 siamo già a 40.803. Gli arresti? 9.484 lo scorso anno, 6.673 già registrati nei primi mesi del 2025.

C’è un paradosso: più strumenti ci sono, più emergono casi. E va bene così. Non perché ci piace leggere numeri più grandi, ma perché quei numeri – amari, duri, complessi – raccontano che le donne cominciano a fidarsi e a denunciare di più. E questo è l’unico modo per fermare la spirale prima che sia troppo tardi.

La Valle d’Aosta fa la sua parte, e non è poco. Ma la sfida è culturale, complessa, quotidiana. La luce arancione sulla caserma di Aosta serve a ricordarci che dietro ogni dato c’è una vita che sta cercando di salvarsi.

E che, fino al giorno in cui non servirà più accendere nessuna luce, il messaggio resta sempre lo stesso: non siete sole. Denunciate.

je.fe.

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