Una struttura pubblica sottoutilizzata che trova finalmente nuova vita, una missione sociale che si concretizza, una comunità – quella valdostana – che si dota di un presidio moderno e specializzato per affrontare una delle sfide più delicate della sanità territoriale: la presa in carico delle persone con disturbo dello spettro autistico. Il primo piano del CEA di Gressan, a partire dai prossimi mesi, ospiterà il Centro Unico per l’Autismo della Valle d’Aosta.
La decisione è stata formalizzata dalla Giunta regionale lo scorso 25 giugno con un atto che prevede la concessione gratuita degli spazi all’Azienda USL. Un passaggio decisivo in un percorso avviato a gennaio 2025, che ora sfocia in una scelta operativa concreta, sostenuta da oltre 570 mila euro di finanziamenti nazionali.
“Sono molto contento – dichiara l’Assessore alla Sanità Carlo Marzi – perché finalmente riusciamo a utilizzare tutta la struttura del CEA di Gressan come è sempre stato nella volontà della famiglia che lo ha donato alla nostra Comunità. La signora Alina Curtaz ha accolto con favore questa destinazione d’uso, dedicata in modo esclusivo a un progetto importante per chi vive la disabilità sulla propria pelle o in famiglia.”
Un gesto di restituzione, dunque, ma anche un passo avanti sul piano dei servizi. Il Centro offrirà diagnosi, interventi terapeutici, accompagnamento educativo e – per la prima volta in modo strutturato – un sostegno specifico anche per gli adulti autistici.
“Evitare la dispersione dei servizi è uno degli obiettivi chiave – spiega ancora Marzi (nella foto)–. In un unico luogo saranno presenti psichiatri, neuropsichiatri, psicologi ed educatori, suddivisi in équipe per le tre fasce d’età: 0-16, 16-18 e adulti.”
L’iniziativa nasce dall’attuazione dei decreti ministeriali del 2023 e dai lavori del Tavolo tecnico regionale sull’autismo, con la partecipazione dell’associazione ANGSA Valle d’Aosta. “Abbiamo condiviso ogni passaggio – racconta un dirigente coinvolto – consapevoli che l’autismo non può più essere considerato una nicchia, ma una realtà diffusa, che richiede risposte multidisciplinari, coordinate e personalizzate.”
Tra le novità più importanti figura l’istituzione delle équipe EDECO, dedicate ai cosiddetti “casi complessi” con emergenze comportamentali e comorbidità psichiatriche. “Queste due équipe – spiega una nota dell'USL – saranno composte da figure di alto profilo: psichiatri, psicologi e neuropsichiatri infantili, suddivisi nei due dipartimenti competenti.”
L’attivazione è resa possibile da un fondo statale specifico di oltre 114 mila euro, assegnato tramite un accordo tra Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità. È previsto anche un supporto formativo alle famiglie, attraverso tecniche validate come l’ABA (Applied Behavior Analysis).
Quello che nascerà a Gressan non sarà soltanto un luogo fisico, ma – almeno nelle intenzioni – un punto di riferimento per tutto il territorio, capace di connettere scuole, servizi sociali, centri per l’impiego, educatori domiciliari. L’USL ha già avviato le procedure di allestimento e arredamento per rendere operativo lo spazio, che conserverà il carattere ambulatoriale.
Il CEA torna così al centro delle politiche regionali, dopo anni di sottoutilizzo e promesse mancate. La svolta – è bene ricordarlo – è frutto anche di una pressione crescente da parte delle famiglie e delle associazioni, che chiedono da tempo maggiore coerenza tra i bisogni reali e le risposte del sistema sanitario.
Bene, dunque, l’avvio del Centro, ma sarà fondamentale monitorarne nel tempo l’efficacia. Il rischio, come spesso accade, è che le strutture esistano più sulla carta che nella vita quotidiana delle persone. Senza personale sufficiente, senza investimenti continuativi e senza cabina di regia effettiva, anche il progetto migliore rischia di diventare un’occasione persa.
Possiamo scriverlo chiaro: oggi si festeggia una buona notizia. Ma da domani inizia il lavoro vero, quello che non finisce con una delibera. Lo aspettano i genitori, lo aspettano i ragazzi e lo aspetta una comunità intera.