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Salute in Valle d'Aosta | 26 novembre 2025, 13:41

Sanità valdostana, l’ombra del privato sulle liste di attesa

Le lunghe attese spingono i cittadini verso prestazioni private, mentre i progetti di ospedale flessibile restano in sospeso

Chiari MInelli

Chiari MInelli

Appare sempre più evidente il ricorso generalizzato alla sanità privata a scapito di quella pubblica. Una situazione sconfortante, ha sottolineato Chiara Minelli, capogruppo di Avs, durante il Consiglio regionale, presentando un’interpellanza sulle liste di attesa in Valle d’Aosta.

«Sui progetti di ospedale flessibile non ho ricevuto risposta», ha dichiarato Minelli. «Abbiamo una popolazione sempre più anziana e dislocata nelle vallate laterali e capisco la loro difficoltà a spostarsi fuori Valle, come anche quella di chi non può perdere intere giornate per spostarsi». Secondo l’esponente di Avs, il fatto che gli utenti vengano cancellati tout court dalle liste è scorretto, perché si tratta di una rinuncia forzata. «Il galleggiamento, creato per far diminuire le liste di attesa, doveva terminare nel 2025 ma così non sarà, e le liste continuano ad allungarsi».

Minelli ha anche posto l’accento sui tempi di convocazione, osservando come un cittadino sottoposto a screening sia stato convocato per una colonscopia dopo due mesi, un lasso di tempo troppo lungo per chi è in ansia, tanto da spingerlo a rivolgersi altrove.

L’assessore alla sanità Carlo Marzi ha riconosciuto la complessità della questione: «Questo tema non può trovare soluzioni a breve termine. La complessità e la multifattorialità rendono le liste di attesa il problema più avversato a livello nazionale dai cittadini». Marzi ha precisato che sono state messe in atto diverse misure, tra cui il rafforzamento dell’organico del personale dipendente, il reclutamento di specialisti convenzionati o in libera professione, l’attività in regime di Libera professione aziendale (Lpa), l’estensione degli orari di erogazione delle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche e l’implementazione dell’ospedale adattabile.

Nonostante questi interventi, la situazione in Valle d’Aosta rispecchia una tendenza più ampia emersa dai dati della Fondazione GIMBE: l’uso della sanità privata cresce, spingendo i cittadini verso strutture convenzionate o puramente private, mentre il servizio pubblico fatica a reggere. In regioni come Lazio e Puglia, dove la spesa per il privato convenzionato supera il 22%, la Valle d’Aosta si attesta a meno dell’8%, evidenziando un gap significativo tra disponibilità di servizi e necessità della popolazione, soprattutto nelle aree montane e rurali.

L’allarme resta dunque alto: le lunghe attese, la frammentazione dei servizi e l’inadeguatezza della risposta pubblica spingono sempre più cittadini a cercare alternative private, alimentando il divario tra chi può permettersi cure rapide e chi resta in attesa.

pi.red.

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