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Salute in Valle d'Aosta | 01 dicembre 2025, 23:44

Sanità valdostana, metà del personale sparito. E tutti fanno finta di niente

Personale dimezzato, terapie intensive con un tasso d’assenza da estinzione di massa — e sì, le assenze rientrano nelle norme di legge su ferie, malattie e tutele dei lavoratori… ma le liste d’attesa esplodono lo stesso. La politica osserva il Titanic e discute sul colore delle scialuppe

Foto repertortio

Foto repertortio

C’è un sito, quello della trasparenza dell’AUSL, https://trasparenza.partout.it/enti/AUSL/personale/tassi-assenza/25537-tassi-di-assenza-anno-2025, che per una volta porta bene il nome: è talmente trasparente che attraverso i numeri si vede direttamente il buco nella barca. Febbraio 2025: tassi di assenza da guerra, non da ospedale. Se quei dati sono reali — e nessuno, per ora, ha il coraggio di dire che non lo siano — allora la sanità valdostana non è in affanno: è in apnea.

Va subito chiarito: queste assenze rientrano nelle norme di legge, tra ferie, malattia e altre tutele previste per i lavoratori. Nessuna illegittimità, nessuna truffa: il problema è strutturale, non normativo. In media, un terzo del personale non c’è. Non in ferie alle Maldive: assente. E già qui basterebbe chiamare i rinforzi. Ma no, andiamo oltre: i reparti chiave, quelli dove si salva la pelle delle persone, sono oltre il 50% di assenze. Non “molte”, non “tante”: metà. In alcuni casi più di metà.

Medicina e chirurgia d’urgenza: 57%

Terapia intensiva: 57,5%

Centrale operativa del soccorso: 57,82%

Ostetricia: 55%

Pediatria: 53%

Ortopedia: 53,8%

Chirurgia vascolare: 51,47%

Reparti così vuoti che se fai una TAC senti l’eco della tua stessa disperazione. In qualunque Paese normale questi numeri farebbero aprire un’inchiesta, convocare una commissione, suonare una sirena. Qui no: qui ci si limita a “prendere atto”. Che è un modo elegante per dire: “Eh, vabbè, succede”.

Intanto le liste d’attesa si allungano come la coda fuori dai negozi all’uscita del nuovo iPhone: mesi per una visita, mesi per un intervento, mesi per sapere se stai bene, male o così così. Una sanità dove, per essere visitato, devi stare molto più in salute del sistema che dovrebbe curarti.

E la politica?
La politica è meravigliosa: riesce a essere sempre perfettamente dov’è meno utile. Muta come una marmotta a gennaio, si limita a dire che “si monitorano le criticità”. Monitorano, sì: la situazione precipita e loro prendono nota. Come guardare una casa bruciare e limitarsi a scrivere il colore delle fiamme.

Di assumere? Troppo complicato.
Di aumentare il personale? Costa.
Di riconoscere che c’è un problema strutturale, non stagionale? Meglio evitare: chissà che qualcuno non chieda di risolverlo davvero.

E c’è da chiedersi, se i dati fossero corretti, perché nessuna forza politica di opposizione o di maggioranza spieghi a tutte quelle persone che si ritrovano negato il diritto sacrosanto e costituzionale alla salute: sì, le assenze rientrano nelle norme di legge, ma i cittadini che aspettano non possono aspettare il tempo della politica.

pi.mi/v.lm

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