Un secolo e un quarto fa, quattro uomini di montagna della Valle d’Aosta si spinsero dove pochi avevano osato: verso il cuore bianco e impenetrabile dell’Artico. Oggi, nel 125° anniversario della spedizione polare guidata da Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, la memoria di quell’impresa rivive grazie al teatro, alla ricerca storica e alla voce stessa delle guide che vi presero parte.
Sabato 28 giugno, alle ore 18, al Jardin de l’Ange di Courmayeur, va in scena Les exilés du Pôle Nord, spettacolo teatrale prodotto in collaborazione con la Fondazione Sapegno e la Fondazione Sella, e inserito nel programma per il 175° anniversario della Società delle Guide alpine di Courmayeur. Un evento culturale e civile, che rilegge una delle pagine più affascinanti dell’alpinismo esplorativo e della storia valdostana, restituendole profondità umana e forza narrativa.
Protagonisti della spedizione del 1899–1900 furono, accanto al Duca degli Abruzzi, Alexis Fenoillet, Félix Ollier, Joseph Petigax e Cyprien Savoye, guide di Courmayeur e Pré-Saint-Didier. Non semplici accompagnatori, ma colonne portanti dell’impresa, uomini forgiati dall’esperienza alpina che seppero affrontare l’ignoto artico con calma, coraggio e intelligenza pratica.
Lo spettacolo della compagnia Le Digourdi (nella foto d'rchivio), su testo di Paolo Lupo, dà voce proprio a loro, attraverso brani tratti dai loro diari, lettere e testimonianze, arricchiti da articoli dell’epoca e dal resoconto ufficiale della spedizione. Una narrazione bilingue, in francese e italiano, che si fonda su fonti rare e in parte inedite, emerse da un meticoloso lavoro di ricerca negli archivi del BREL, nelle biblioteche valdostane e tra i materiali custoditi dagli eredi delle guide.
Giulia Radin, curatrice della parte iconografica per la Fondazione Sapegno, ha lavorato con attenzione filologica e sensibilità storica per affiancare alle parole le immagini originali della spedizione, concesse dalla Fondazione Sella: fotografie d’epoca che raccontano il gelo, la fatica, il silenzio e la forza morale di quegli uomini ai confini del mondo conosciuto.
«Quelle guide – sottolinea il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin – non furono comparse, ma protagonisti. Senza la loro perizia, quella spedizione non avrebbe mai potuto compiersi. Nei ghiacci eterni dell’Artico si rifletté il carattere delle nostre montagne: competenza, pazienza, spirito collettivo. Courmayeur continua a essere oggi un punto di riferimento per chi cerca il limite, ma lo affronta con rispetto, e non con arroganza».
Accanto alla narrazione storica e alla commemorazione, Les exilés du Pôle Nord è anche una riflessione contemporanea sulla memoria, sull'identità e sulla resistenza umana in ambienti estremi. Una serata a ingresso libero che promette emozione e consapevolezza, grazie al teatro che risveglia il passato e ne fa occasione viva di cultura.
Nel freddo immobile del Polo, fu la voce delle guide valdostane a tenere accesa la speranza. Oggi, quella voce torna a parlarci. E a commuoverci.