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ATTUALITÀ | 15 giugno 2025, 12:43

Dylan Dog Oldboy n. 2 – “Il contrario e l’opposto”: l’Uomo, il Mostro e il Riflesso

Un viaggio tortuoso tra identità sdoppiate, coscienze ambigue e inquietudini metropolitane, nel secondo numero della nuova serie firmata Bilotta e Ponchione

Dylan Dog Oldboy n. 2 – “Il contrario e l’opposto”: l’Uomo, il Mostro e il Riflesso

È in edicola dal 12 giugno il n. 2 di Dylan Dog Oldboy – Seconda Serie, dal titolo “Il contrario e l’opposto”, edito dalla Sergio Bonelli Editore, con soggetto e sceneggiatura di Alessandro Bilotta, disegni di Sergio Ponchione, copertina di Marco Nizzoli.

L’albo si apre con un personaggio che assomiglia molto a Dylan Dog, ma forse – e sottolineiamo forse – non è lui.

Intanto, in città si verificano episodi stranissimi e inspiegabili: crudeli e psicotici assassini, di colpo, sembrano assaliti da scrupoli di bontà. Come in una strana danza, i partecipanti cambiano posizione e ruolo, guidati da impulsi irrefrenabili e misteriosi. Il bene si scambia di posto con il male.

Un’altra volta il tema del doppio; un’altra volta un’indagine sulle menti più complesse – e forse perturbate – quelle delle persone comuni.

Il malvagio spietato, improvvisamente, si riconcilia con il mondo; chi dovrebbe rappresentare il bene per antonomasia è, in realtà, il ricettacolo di ogni perdizione.

E Dylan? Anche lui ha il suo alter ego. Non ci sentiamo di aggiungere altro, ma, laddove le personalità sono più sfaccettate, non è facile dividere nettamente il bene dal male e il bianco dal nero.

Ogni cosa tornerà al suo posto... o forse non lo è mai stata. E non lo sarà mai.

I disegni rendono bene una storia particolarmente metropolitana, alla Sin City di Frank Miller, con tratti aspri, spigolosi e fortemente angolati. Il contrasto bianco/nero è fortemente caricato per rappresentare graficamente il concetto dell’eterno dualismo morale presente nell’uomo.

I primi piani del Dylan oscuro raccontano perfettamente l’inquietudine di un’anima in travaglio e in transito verso mete ignote.

Una considerazione: se il dark Dylan non eccede nella malvagità, forse il Dylan a cui siamo abituati... non è poi così innocente. Un ottimo spunto di riflessione.

In copertina, un pensoso Dylan Dog siede nel suo studio, attorniato da oggetti antichi e suggestivi. Un’ambientazione tranquilla... se non fosse che schizzi di sangue rivelano la presenza del male – quello peggiore, quello determinato dagli esseri umani e dalla loro cattiva coscienza.

Prof. Romano Pesavento

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