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CRONACA | 09 giugno 2025, 12:06

L’Arboretum di Verrayes rinasce nel segno di Pierre-Louis Vescoz

L’Arboreto torna a vivere dopo anni di silenzio: “Un luogo che racconta la nostra storia e la nostra natura”, ha detto Carrel

ph: PGccomunicazione

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Domenica 8 giugno 2025, sotto un sole finalmente estivo e con il profumo dei larici nell’aria, la comunità di Verrayes e numerosi visitatori si sono ritrovati per un evento carico di significato: la rinascita dell’Arboretum Pierre-Louis Vescoz, a un secolo dalla scomparsa del canonico che ne fu l’ispiratore e l’anima.

Un ritorno alla vita per un luogo che rischiava di diventare silenzio e abbandono, e che invece – grazie all’impegno dell’Assessorato all’Agricoltura e Risorse naturali, del Comune di Verrayes, del Corpo Forestale della Valle d’Aosta e dell’Associazione culturale P.L. Vescoz – si presenta oggi in una veste rinnovata, accessibile, curata. Più che un semplice giardino, un racconto vegetale che attraversa le latitudini e le epoche, in un luogo a metà strada tra lo sperone alpino e l’utopia botanica.

L’inaugurazione ha avuto luogo nell’ambito delle Giornate Nazionali dedicate ai Parchi e Giardini d’Italia, con visite guidate, momenti di raccoglimento e riflessione, e una messa solenne celebrata presso il monumento degli Alpini in località Pointy.

Il canonico Pierre-Louis Vescoz, figura colta e poliedrica della fine dell’Ottocento, aveva immaginato questo arboreto come un luogo di studio, meditazione e contemplazione della bellezza naturale. I lavori di manutenzione straordinaria, conclusi nel 2025, hanno restituito pienamente quella visione. Gli operai forestali del Dipartimento risorse naturali hanno messo mano ai sentieri, ripristinato le segnaletiche, valorizzato gli esemplari più rari, creando anche un percorso didattico per scuole, famiglie e appassionati di botanica.

Non è stato solo un intervento tecnico, ma un gesto di riconoscenza verso la nostra storia – ha dichiarato l’Assessore Marco Carrel nel corso della cerimonia. Abbiamo voluto restituire dignità a un sito che unisce scienza, spiritualità e territorio. L’arboreto di Verrayes è un ponte tra generazioni, e oggi lo riaffidiamo alla comunità”.

Carrel ha sottolineato come la Valle d’Aosta abbia bisogno di “riannodare il legame profondo tra uomo e paesaggio, tra memoria e sostenibilità. Questo arboreto è un simbolo: piccolo, ma potente”, ha aggiunto. Un messaggio che richiama anche il momento presente: la cura del verde non è solo estetica, è educazione civica e presidio ambientale.

La riapertura dell’Arboretum Pierre-Louis Vescoz non è solo un fatto simbolico legato a un anniversario, ma può diventare il punto di partenza di una nuova stagione di riscoperta dei patrimoni "minori" della nostra regione. Troppo spesso, in Valle d’Aosta, si parla di turismo sostenibile, di natura e cultura, ma poi si continuano a investire le risorse sempre negli stessi luoghi, dimenticando i tanti "giardini segreti" che punteggiano le nostre valli.

A Verrayes, invece, si è scelto un approccio diverso. Il Comune, rappresentato dalla sindaca Wanda Chapellu, ha creduto nel progetto e ha dato spazio a una visione che parte dal territorio e lo restituisce alla comunità. Un atto politico – in senso alto – che merita di essere sottolineato. Perché qui non si è trattato di un evento da calendario, ma di una semina culturale, con effetti che potranno farsi sentire anche nei prossimi anni.

Un arboreto è come una biblioteca vivente – aveva osservato Marco Carrel –. Ogni albero è un capitolo, ogni radice una nota a margine. E noi, oggi, possiamo tornare a sfogliarne le pagine”.

Una metafora potente, che riassume bene il senso profondo di questa operazione. In un’epoca in cui i ritmi naturali sono continuamente compressi dalle logiche dell’efficienza e dell’immediatezza, riaprire un arboreto significa anche fare una scelta di campo: educare allo stupore, insegnare a osservare, invitare alla lentezza.

E questo, caro Piero, è forse l’insegnamento più prezioso che il canonico Vescoz – uomo di fede, ma anche di scienza e contemplazione – ha lasciato in eredità. In un mondo in cui troppo spesso si predica la "transizione ecologica" senza mai passare all’azione concreta, camminare tra le essenze rare e le conifere dell’Arboretum di Verrayes è già un piccolo atto rivoluzionario.

Da oggi, dunque, l’Arboretum Pierre-Louis Vescoz non è più un luogo del passato, ma un presidio per il futuro. Un futuro che – come ci ricordano le piante stesse – ha bisogno di tempo, cura, profondità. E radici.

E forse è proprio da qui, da un versante silenzioso della Valle d’Aosta, che possiamo imparare qualcosa di essenziale: non basta piantare alberi, bisogna anche saperli ascoltare.

pi.mi.

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