/ ATTUALITÀ

ATTUALITÀ | 22 maggio 2025, 09:27

Siamo sempre sotto processo: storie di donne antifasciste sul palco di Pinerolo

Nel Tempio valdese di Pinerolo, il 31 maggio alle 21, il GTA porta in scena un teatro-canzone che dà voce a quattro figure femminili, tra memoria storica e attualità, grazie all’Associazione Culturale “Ettore Serafino” e all’ANPI

Siamo sempre sotto processo: storie di donne antifasciste sul palco di Pinerolo

Il palco del Tempio valdese di Pinerolo si fa memoria viva.
Venerdì 31 maggio, alle ore 21, va in scena Siamo sempre sotto processo, il nuovo lavoro del Gruppo Teatro Angrogna (GTA), in una serata organizzata dall’Associazione Culturale “Ettore Serafino”, in collaborazione con l’ANPI. Un teatro-canzone che intreccia parole, canti e testimonianze per raccontare quattro donne antifasciste, di epoche diverse ma unite da uno stesso coraggio: quello di resistere.

Quattro voci di donna, un’unica lotta: quella contro l’oppressione.
Maura Bertin, Marisa e Jean Louis Sappé, con il supporto tecnico di Renato Peraldo e dei fratelli Erica e Marco Rovara, daranno corpo e voce a un racconto potente e femminile. Si comincia dalla Val Pellice, cuore operaio e ribelle del Piemonte, con la storia di due lavoratrici di Pralafera, finite in carcere nei primi anni del regime fascista per aver lanciato pietre alle “crumire” che cercavano di forzare i picchetti davanti allo stabilimento occupato.

La dissidenza è anche una canzone stonata.
La seconda protagonista è “Cità”, una donna portata davanti al famigerato Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato nel 1939, colpevole di aver cantato Giovinezza in tono dissacrante. Un gesto che oggi può sembrare banale, ma che allora costò caro, proprio perché smascherava la retorica martellante del regime.

“Mamma Togni” e l’eco lunga della Resistenza.
Il viaggio teatrale prosegue negli anni Sessanta con “Mamma Togni”, ex partigiana, che riuscì a impedire il comizio di un parlamentare neofascista in un paese simbolo della Resistenza. Una scena di disobbedienza civile e memoria attiva, che diventa oggi più che mai attuale.

Ilaria Salis: dal carcere ungherese al Parlamento europeo.
A chiudere lo spettacolo, il racconto della vicenda di Ilaria Salis, militante antifascista monzese, arrestata in Ungheria dopo uno scontro fisico con due neonazisti durante una manifestazione revanscista. Trattenuta per oltre un anno in un carcere di massima sicurezza, è oggi parlamentare a Bruxelles, simbolo controverso ma eloquente di una battaglia che non è finita.

Un teatro che non è solo memoria, ma atto politico.
Siamo sempre sotto processo non è solo uno spettacolo. È un’occasione di riflessione collettiva, in un tempo in cui il termine “antifascismo” viene spesso banalizzato o delegittimato. È anche un invito, soprattutto alle nuove generazioni, a non dimenticare che la storia si ripete – ma può anche cambiare rotta, se si ha il coraggio di opporsi.

red

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore