Il Comité di Poudzo Variney Signayes, custode della memoria carnevalesca della collina di Aosta e del Comune di Gignod, celebra quest’anno un traguardo che va ben oltre il semplice numero: cinquant’anni di vita condivisa, di impegno volontario, di comunità viva e partecipata.
Sabato 17 maggio, alle ore 18.00, presso l’area ricreativa di Gignod, il comitato – oggi presieduto da Erik Bionaz – invita tutta la popolazione a un momento che si preannuncia speciale: la presentazione ufficiale del libro celebrativo dei 50 anni di storia del carnevale. Un volume curato con passione e cura, che raccoglie fotografie d’epoca, interviste video e testimonianze dirette di chi ha vissuto, organizzato, custodito e tramandato la tradizione carnevalesca di Poudzo.
«È un omaggio a tutte le famiglie, ai volontari, alle maschere e ai bambini che nel tempo hanno dato vita al nostro carnevale – spiega il presidente Bionaz –. Questo libro è la nostra memoria, ma anche la nostra promessa per il futuro.»
A seguire, il Comité offrirà un apericena conviviale, come gesto di ringraziamento verso tutte le famiglie che negli anni hanno aperto le loro case alle maschere: uno dei momenti più autentici e toccanti del carnevale valdostano, dove l’ospitalità diventa racconto, il cibo si intreccia con i sorrisi, e la tradizione si rinnova nel calore dell’incontro.
Non mancheranno, ovviamente, le maschere del carnevale, con i loro costumi colorati e carichi di significato. Perché il carnevale, in Valle d’Aosta, non è solo festa: è identità, è storia popolare, è resistenza culturale. In un’epoca in cui tutto corre e si consuma in fretta, il lavoro dei comitati carnevaleschi diventa una vera e propria opera di custodia del territorio e delle sue radici.
La serata proseguirà poi con un momento danzante, animato da Erik e le Poudzo Valdoten, gruppo musicale simbolo della vivacità culturale della nostra terra.
Una festa aperta a tutti, che diventa anche una chiamata collettiva a riconoscere, proteggere e tramandare ciò che rende unica la Valle d’Aosta: la forza delle sue comunità, la bellezza delle sue tradizioni, la profondità dei suoi legami umani.













