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Il bene comune | 13 maggio 2025, 21:09

Agape, l’amore che si scrive con il nome di un figlio

Jean Paul Tournoud è il nuovo presidente. Tre nuovi ingressi nel Direttivo. Il 17 maggio un evento per parlare del linguaggio dell’adozione

Il direttivo di AGAPE, da in alto da sx a dx: Rassel Tresca Consigliere, Italo Théodule Tesoriere, Francesco Bonvicini Vice Presidente, Jean Paul Tournoud Presidente. in basso da sx:Marcella Mantova Segretaria e Alessandra Benzo Consigliere

Il direttivo di AGAPE, da in alto da sx a dx: Rassel Tresca Consigliere, Italo Théodule Tesoriere, Francesco Bonvicini Vice Presidente, Jean Paul Tournoud Presidente. in basso da sx:Marcella Mantova Segretaria e Alessandra Benzo Consigliere

“Ci sono parole che arrivano prima dell’amore. E ci sono famiglie che imparano a chiamarsi tali molto prima che qualcuno le riconosca per legge.” Inizia così, con un silenzio pieno di emozione, la riflessione di Jean Paul Tournoud, neoeletto presidente dell’Associazione AGAPE. Un passaggio di testimone che non è soltanto formale, ma simbolico: un segnale di continuità in un tempo che cambia, nel cuore delle famiglie adottive valdostane.

AGAPE ha un nome potente. Vuol dire amore incondizionato. Quello che non fa differenza tra il sangue e la scelta. Da anni è un faro discreto ma determinato per chi affronta il viaggio dell’adozione: coppie in attesa, genitori alle prese con nuove sfide, bambini alla scoperta di una nuova quotidianità.

Il Direttivo si rinnova, ma non si snatura. Accanto a Tournoud, già consigliere, ci saranno tre nuovi ingressi: Alessandra Benzo, Rassel Tresca e Davide Cerutti. Francesco Bonvicini, storico presidente, resta come vicepresidente. Italo Théodule è confermato tesoriere, Marcella Mantova segretaria. Una squadra che unisce esperienza e nuove sensibilità, perché – come dicono i membri storici – “le difficoltà delle famiglie adottive invecchiano in fretta. Per questo c’è bisogno di freschezza, di energie nuove, di chi oggi vive sulla propria pelle certe fatiche”.

AGAPE è una piccola grande realtà che non cerca riflettori, ma lavora nel concreto. Lo fa con laboratori per bambini, incontri per genitori, confronti con le scuole. Lo fa partecipando alla rete nazionale CARE, aprendo ponti con le altre realtà italiane. Oggi, in Valle d’Aosta, circa un terzo delle famiglie adottive fa parte dell’associazione.

“L’adozione – racconta un volontario – non è una favola a lieto fine. È un’avventura fatta di domande, di attese, di ricostruzioni. Noi non diamo risposte pronte. Costruiamo insieme le domande giuste.”

Il prossimo appuntamento è fissato per sabato 17 maggio, dalle 10 alle 13, nella sede di Tamtando a Villair-Amerique: “Le parole dell’adozione in famiglia” sarà un incontro formativo condotto dalla psicologa e psicoterapeuta Sara Lombardi. Non un semplice seminario, ma uno spazio di confronto sincero su come raccontare, spiegare, condividere. Perché, come spiega AGAPE, “non è mai troppo presto per iniziare a parlare di adozione. Ma bisogna trovare le parole giuste. E i tempi giusti.”

Parole, sì. Quelle che un bambino aspetta. Quelle che un genitore teme di non sapere usare. Quelle che, dentro una famiglia adottiva, spesso cambiano significato. Ma sono proprio queste parole – imperfette, titubanti, coraggiose – che costruiscono legami.

In fondo, AGAPE è questo: un luogo dove le parole non sono mai solo parole. Sono ponti. E a volte, sono casa.

carlo dufour

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