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ATTUALITÀ | 08 maggio 2025, 14:44

"Le pendant des noyers" : la Résistance, la guerre et la mémoire entre littérature et histoire

Giovedì 15 maggio alla BCC di Aosta, Gianni Oliva presenta il suo nuovo romanzo storico. Dialogano con l’autore François Stevenin dell’Istituto Storico della Resistenza e Marco Gheller della Fondation Chanoux. Un’occasione per rileggere la guerra come tragedia dell’uomo e naufragio degli ideali

"Le pendant des noyers" : la Résistance, la guerre et la mémoire entre littérature et histoire

Un « pendu », celui des noyers, qui devient le symbole d’une descente morale et historique : la fin des idéaux, la confrontation avec l’horreur de la guerre, l’agonie des illusions. Jeudi 15 mai à 17h30, la salle de conférences de la BCC d’Aoste accueillera la présentation du roman Le pendu des noyers de Gianni Oliva, historien, écrivain et grand spécialiste de la Résistance et de l’histoire militaire italienne.

À ses côtés, François Stevenin, de l’Institut historique de la Résistance, et Marco Gheller, président de la Fondation Chanoux, pour un dialogue entre littérature, recherche historique et réflexion citoyenne. L’initiative s’adresse à celles et ceux qui veulent comprendre le passé pour mieux affronter l’avenir.

Julien Vertou, jeune légionnaire français, est envoyé sur le Mont Grappa pour servir d’interprète dans un bataillon italien retranché à la cote 1087, dans les derniers mois de la Première Guerre mondiale. Autour de lui gravite une petite humanité bouleversée : le capitaine Maglioli, professeur de lettres et poète désabusé, qui cherche dans la culture un abri face au chaos ; les tout jeunes Gildo et Valdo, tout juste dix-huit ans, jetés dans la brutalité du front.

Le roman d’Oliva n’est pas seulement une fresque militaire, c’est une méditation sur l’échec de l’idéalisme. La culture, la poésie, l’humanisme sont balayés par la violence. Ce qui avait été annoncé comme une « guerre rédemptrice » se révèle être une mécanique aveugle, qui broie les corps et les esprits.

Le Mont Grappa devient un autel sacrificiel où s’éteint l’illusion d’une Europe noble et civilisée. Pourtant, dans la fragilité des personnages, Oliva saisit une étincelle de résistance humaine : une lutte pour rester humain là où l’homme semble avoir disparu.

Alors que l’Europe traverse de nouvelles tensions et que les extrémismes reviennent, le roman d’Oliva sonne comme un avertissement et un appel à la lucidité. C’est aussi une invitation à valoriser la mémoire, celle que la Résistance a léguée comme héritage vivant, pas comme un rituel figé.

La rencontre du 15 mai s’inscrit dans une tradition valdôtaine qui n’oublie pas ses racines autonomistes et résistantes, et qui reconnaît à la littérature un rôle essentiel dans la construction d’un avenir lucide, fondé sur le souvenir et la culture.

"Il pendio dei noci": la Resistenza, la guerra e la memoria tra letteratura e storia

Giovedì 15 maggio alla BCC di Aosta, Gianni Oliva presenta il suo nuovo romanzo storico. Dialogano con l’autore François Stevenin dell’Istituto Storico della Resistenza e Marco Gheller della Fondation Chanoux. Un’occasione per rileggere la guerra come tragedia dell’uomo e naufragio degli ideali

Un pendio, quello dei noci, che diventa simbolo di una discesa morale e storica: la fine degli ideali, il confronto con l’orrore della guerra, l’agonia delle illusioni. Giovedì 15 maggio alle ore 17.30, la sala conferenze della BCC di Aosta ospita la presentazione del libro Il pendio dei noci di Gianni Oliva, storico, scrittore e profondo conoscitore delle dinamiche resistenziali e militari italiane.

Con lui, François Stevenin, dell’Istituto Storico della Resistenza, e Marco Gheller, presidente della Fondation Chanoux, in un dialogo che promette di intrecciare letteratura, ricerca storica e riflessione politica. L’iniziativa è un invito aperto a chi desidera comprendere meglio il passato per affrontare, con più lucidità, il presente.

Julien Vertou, giovane legionario francese, viene inviato sul Monte Grappa per fare da interprete a un battaglione italiano trincerato a quota 1087, nell’ultimo e decisivo scorcio della Prima Guerra Mondiale. Attorno a lui si muove una piccola folla di anime disorientate: il capitano Maglioli, professore di lettere e poeta disilluso, che cerca nella cultura un appiglio mentre tutto crolla; i giovanissimi Gildo e Valdo, appena diciottenni, scaraventati nella crudeltà del fronte.

Il romanzo di Oliva non è solo un affresco militare, ma una meditazione profonda sul fallimento dell’idealismo. La cultura, la poesia, l’umanesimo vengono travolti dalla violenza della guerra. Quella che era stata celebrata come "guerra redentrice" si rivela solo una macchina cieca che spezza vite e senso.

Il Monte Grappa non è solo un altopiano ma un altare sacrificale su cui si consuma l’illusione di un’Europa nobile e civile. Eppure, nella fragilità dei protagonisti, Oliva cerca anche una scintilla di resistenza umana. Una lotta per restare uomini, anche dove l’uomo sembra scomparso.

Nel centenario della fine della Grande Guerra e nel cuore di un’Europa che rischia nuovamente di perdersi dietro ai muri e alle semplificazioni, il libro di Oliva suona come un avvertimento e una chiamata alla consapevolezza. È anche un’occasione per riflettere sul valore della memoria, quella che la Resistenza ci ha consegnato come eredità viva, non come retorica scolastica.

L’appuntamento di giovedì alla BCC si inserisce nel solco di quella cultura valdostana che non dimentica la sua radice autonomista e resistenziale, e che riconosce nella letteratura uno strumento potente per interrogare la storia e costruire futuro.

Basile Lambert

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